20 marzo 2003: l’America invadeva l’Iraq per destituire Saddam Hussein, considerato un dittatore sanguinario colpevole anche di appoggiare il terrorismo islamico.Anche l’Italia prese parte al conflitto con la missione ‘Antica Babilonia’, fornendo forze armate che furono dislocate nel sud del Paese, con base principale a Nassiriya.
Tutto questo accadeva dieci anni fa. Quando quasi eccezionalmente tutti o la maggioranza degli italiani si sentì accomunata dal dolore e dallo sbigottimento per la morte di quei 19 connazionali. Dal 12 novembre 2009, ogni anno, in questo giorno, si celebra la “Giornata del Ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”, non solo i caduti di Nasiriyya, ma è la giornata per tutti gli italiani morti all’estero, con manifestazioni e commemorazioni in tutto il Paese.
Ma, oggi, a 10 anni dall’attentato di Nassiriya, alla memoria collettiva cos’è rimasto? Non c’ è più nessun fascicolo sulla strage di Nassiriya all’ attenzione della procura di Roma. Nel 2006 i magistrati del ‘ pool’ antiterrorismo guidato all’ epoca dal pm Franco Ionta interrogarono in videoconferenza Abu Omar Al Kurdi, ritenuto uno dei luogotenenti di Abu Mussab Al Zarqawi (il capo dell’ organizzazione qaedista ‘ Anasr al-Islam’, fedele a Osama Bin Laden, ucciso in un conflitto a fuoco nel giugno di quell’ anno). Al Kurdi, che era detenuto in Iraq dopo essere stato arrestato dalle truppe Usa a Falluja nel 2005, confessò ai pm della capitale di essere stato uno degli organizzatori dell’ attentato che, a suo dire, rientrava in un’ ottica di aggressione alle ‘ truppe occupanti’. Fu lui a preparare il camion pieno di esplosivo, guidato da due kamikaze, che piombò sulla base Maestrale. Nei confronti di Al Kurdi fu anche emessa dal gip di Roma un’ ordinanza di custodia cautelare in carcere ma il terrorista, nel settembre del 2007, venne giustiziato dalle autorità di Baghdad che gli addebitavano altri 35 attentati. Inutilmente la procura aveva chiesto la sospensione dell’ esecuzione della pena capitale e l’ estradizione provvisoria dell’ uomo nella speranza di poterlo processare. Il fascicolo fu così’ archiviato. E analogo esito ebbe un altro procedimento aperto dopo una corposa informativa dei carabinieri del Ros che identificarono una decina di persone coinvolte nell’ organizzazione e nell’ attuazione della strage: la maggior parte di esse, tra l’ altro, perse la vita proprio nell’ attentato. Tra questi i due kamikaze: Belil Belgacem e Abu Zubeir Al Saudi.
Oggi, una serie di commemorazioni in tutt’Italia, le più significative nella Capitale – oltre alla Santa Messa commemorativa in Santa Maria dell’Ara Coeli, sul Campidoglio, e la deposizione di una corona alla stele posta nel 2009 ai ‘Giardini della memoria’, sempre sul Campidoglio, il ministero della Difesa consegnerà ai familiari delle vittime di quella strage la ‘ Medaglia della Riconoscenza’ , alle 15.30 a Palazzo Barberini – ricorderà le 19 vittime italiane
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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