Scade oggi il temine ultimo per il pagamento di Tasi – quasi duemiladuecento i comuni che hanno deliberato l’aliquota per la prima rata -, Imu su seconde e terze case, negozi e capannoni, Irpef e addizionali per le imprese. Lunghissime le code agli sportelli di banche e uffici postali, tanto che Confedilizia chiede la convocazione urgente delle giunte comunali per prorogare i termini dei versamenti, senza far incorrere i cittadini in sanzioni pecuniare. Si rischia concretamente che in molti, entro la giornata di oggi, non possano effettuare il versamento. Gli introiti ricavati da Imu e Tasi dovrebbero aggirarsi intorno agli undici miliardi di euro, mentre le ritenute Irpef, versate dai datori di lavoro, poco meno di dieci miliardi. Rinviati alla prima settimana di luglio, invece, i pagamenti dovuti alla dichiarazione IRAP, dei redditi e unificata annuale, cioè i versamenti effettuati dai contribuenti che svolgono attività economiche sulle quali sono stati elaborati studi di settore dal Ministero dell’Economia.
In termini strettamenti numerici, gli italiani dovranno versare più di cinquantaquattro miliardi di euro, siano essi famiglie o imprese, secondo le stime della Cgia di Mestre; l’imposta più gravosa sarà l’Ires, cioè la tassa sui redditi versata dalle società di capitali, per un totale di quattordici miliardi di euro. Secondo il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, gli italiani sarebbero gravati non solo dalla pressione fiscale, ma anche dall’imprecisione con cui spesso devono interpretare dati per definire gli importi da pagare: basti pensare che “per espletare il pagamento delle tasse, in Italia sono necessarie duecentosessantanove ore all’anno, pari a trentatre giorni lavorativi”.
Incoraggiano, pertanto, le dichiarazioni del Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che annunciano l’esame di un decreto legge per realizzare una semplificazione e una riforma del fisco, con l’obiettivo di “semplificare drasticamente il sistema tributario, semplificando la vita del contribuente onesto e spostare il carico fiscale, in modo che a parità di gettito, ci sia più crescita e lavoro”. La riforma, da realizzare a stretto giro, dovrebbe favorire anche il recupero dell’evasione più dei blitz avvenuti in passato in località turistiche rinomate, a danno di uno sparuto numero di “furbetti”. Secondo il ministro, infatti, solo “favorendo con la trasparenza e la semplificazione si mantiene un rapporto corretto tra Stato e cittadini. La riforma fiscale, vista nella sua strategia complessiva e coerentemente a quanto avviene in altri paesi, tende a spostare il peso dal lavoro e dall’impresa alla ricchezza finanziaria”.
Aspettando questa svolta fiscale, ai contribuenti toccherà ancora pagare.
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