Un incontro per parlare di donne nell’Italia dal 1943 e 1946 si terrà domani alle 15.00 presso il Museo di Roma a Palazzo Braschi, dove è in corso la mostra fotografica “War is over! L’Italia della Liberazione nelle immagini dei U.S. Signal Corps e dell’Istituto Luce, 1943-1946”. Dallo stereotipo fascista al voto ‘rosa’, verranno confrontate due realtà sociali differenti, Roma e Torino, come teatri di una storia in cui la presenza femminile è stata spesso poco appariscente sebbene fondamentale.
L’incontro, da titolo “Conversazioni per storie di genere”, vedrà la partecipazione di Barbara Berruti, vicedirettrice del Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della Società Contemporanea “Giorgio Agosti”, e Annabella Gioia, direttrice dell’Irsifar (Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza). Il dialogo tra le due storiche accende i riflettori sull’universo femminile nell’Italia dal 1943 e 1946: dal ruolo della donna durante il ventennio al voto femminile nell’immediato dopoguerra. Si parlerà di donne confrontando due realtà sociali molto differenti, specialmente negli anni critici che traghettarono l’Italia dalla fine del Fascismo alla nascita della Repubblica, attraverso la Resistenza armata e civile. Roma e Torino vengono attraversate come teatri di una storia in cui la presenza femminile è stata spesso invisibile sebbene fondamentale.
La mostra “War is over! L’Italia della Liberazione nelle immagini dei U.S. Signal Corps e dell’Istituto Luce, 1943-1946” e’ iniziata il 26 settembre al Palazzo Braschi di Roma e terminerà il prossimo 10 gennaio. Si tratta dell’interessante narrazione della guerra e dei suoi protagonisti, italiani e americani, attraverso il confronto e il dialogo immediato ed emozionante tra gli scatti dell’Istituto Luce e le fotografie dei Signal Corps, l’efficiente servizio di comunicazioni al seguito delle truppe statunitensi. Circa 140 immagini, anche inedite, e filmati d’epoca effettuati nel periodo tra lo sbarco degli alleati in Sicilia, nel luglio del 1943, e l’immediato dopoguerra.
Due diverse visioni della Liberazione, in bianco e nero e a colori, due modalità parallele di rappresentazione della guerra e della pace futura si alternano e combinano in un originale racconto per immagini, anche inedite, e filmati d’epoca che coprono il periodo tra il luglio del 1943 (lo sbarco degli alleati in Sicilia) e il 1946. Questa particolare narrazione della guerra, dei suoi protagonisti, italiani e americani, si sviluppa attraverso il confronto, unico e suggestivo, tra due differenti punti di vista.
Ci sono gli scatti dell’Istituto Luce, l’organo ufficiale di documentazione foto-cinematografica del regime, dove il “bianco e nero” è espressione del cupo declino del fascismo prima e della sobrietà di una classe dirigente che cerca di costruire sulle rovine della guerra poi; tra queste, molte immagini del fondo “Reparto Guerra Riservati” in cui erano conservati i negativi bloccati dalla censura.
E poi le fotografie dei Signal Corps, l’efficiente servizio di comunicazioni al seguito delle truppe statunitensi, provenienti da un raro repertorio, conservato presso la NARA (National Archives and Records Administration) di Washington e solo in parte conosciuto in Italia. Qui il colore diventa il segno di un’Italia diversa colta dallo sguardo di operatori e fotografi più attenti al dato sociale.
Il percorso espositivo si snoda attraverso 10 sezioni tematiche, in cui le due serie di immagini sono affiancate in un dialogo immediato ed emozionante. Durante il periodo di apertura della mostra si svolgeranno altri interessanti incontri come l’apertura Convegno internazionale “Cinema & Storia” il 25 novembre, la conferenza su “Hollywood in guerra” a cura di Gabriele D’Autilia e Enrico Menduni il 15 dicembre.
V.A.B.
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