2 giugno. La Festa della Repubblica trasformata in una giornata dedicata a rom e migranti. Una occasione in più per dichiararsi guerra tra Lega e Cinque Stelle, i due partiti che dovrebbero governare insieme la Repubblica ma che ogni giorno trovano almeno un pretesto per bisticciare.
Tutto nasce dalle dichiarazioni del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, che della ricorrenza che si festeggia ogni anno per ricordare il referendum del 1946 quando gli italiani furono chiamati a scegliere tra Repubblica e Monarchia, parla come di giorno dedicato — oltre che alle forze armate — «all’inclusione». Il tema è molto apprezzato dal Capo dello Stato Mattarella perché «bene rappresenta i valori scolpiti nella nostra Costituzione».
Ma una vera e propria «bomba» nella tribuna delle autorità della parata del 2 Giugno la fa esplodere il presidente della Camera Roberto Fico. Il quale, prima di prendere posto accanto al capo dello Stato, azzarda con il sottofondo della Brigata Sassari che già intona il suo canto: «Oggi è la festa di tutti quelli che si trovano sul nostro territorio; è dedicata ai migranti, ai rom, ai sinti che sono qui e hanno gli stessi diritti. Questa è la forza della nostra Repubblica: non fare differenze di sesso, razza o religione, perché sotto questo angolo di cielo che si chiama Italia sventola per tutti la stessa bandiera».
“Io dedico invece la Festa della Repubblica all’Italia e agli Italiani, alle nostre donne e uomini in divisa che, con coraggio e passione, difendono la sicurezza, l’onore e il futuro del nostro Paese e dei nostri figli”. Lo scrive sulle sue pagine social Matteo Salvini, pubblicando la foto e la dichiarazione di Roberto Fico .Le parole del presidente della Camera “non hanno infastidito me, penso siano state un torto alle migliaia di ragazze e di ragazzi che hanno sfilato oggi. Qua c’è gente che rischia la vita per difendere l’Italia in Italia e nel mondo, sentire un presidente della Camera che dice che oggi è la festa dei migranti e dei rom a me fa girar le scatole”, ha affermato il ministro dell’Interno. “Penso -ha aggiunto il titolare del Viminale- che abbia fatto girar le scatole anche a chi ha sfilato. Oggi è la festa dell’Italia e degli italiani non dei migranti, nei campi rom di legalità c’è n’è poca”.
Dopo il 25 aprile, il 2 giugno è la nuova occasione di di scontro tra M5s e Lega, ma stavolta la polemica taglia in due lo stesso Movimento, in piena crisi di nervi dopo il tracollo alle europee della scorsa settimana. E se un mese fa era stato Matteo Salvini a provocare, disertando le manifestazioni per la Liberazione e scatenando la reazione dei 5 stelle, stavolta è Roberto Fico a gettare scompiglio. Ma le sue dichiarazioni mandano su tutte le furie soltanto il leader della Lega, anche Luigi Di Maio che già qualche settimana fa, in campagna elettorale, aveva ripreso Virginia Raggi “colpevole” di avere solidarizzato con i rom aggrediti dagli abitanti del quartiere a Casal Bruciato, nella periferia romana.
L’uscita del presidente della Camera, alla vigilia del discorso che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte terrà alle 1815 di questa sera – lo ha comunicato ieri, a margine della parata del 2 giugno, e dovrebeb riguardare la stabilità del governo – è stata letta come un test. Un test per contarsi. Chi sta con Fico, chi sta con Di Maio. Un duello, quello tra governisti e ortodossi, oggi sempre più evidente. Perché – dice una pentastellata vicina al numero uno di Montecitorio – “ormai Di Maio e Salvini sono la stessa cosa”. Quindi, la dedica della festa della Repubblica a “migranti, rom e sinti” era sì un messaggio a Matteo, ma anche a Luigi. Un messaggio non da presidente della Camera, ma “politico”. Da leader. Non del Movimento, ma della ‘sua’ ala sinistra che arriva dopo la partecipazione all’assemblea post elezioni europee, quando proprio Fico (con i suoi) si è smarcato dal voto su Rousseau che serviva per blindare il capo politico.
A.B.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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