Ultima settimana di campagna elettorale prima del voto per stabilire chi governerà Toscana, Liguria, Campania, Veneto, Marche, Puglia e Umbria e nei 1062 comuni dove contemporaneamente si svolgeranno le amministrative. Ultimi fuochi per Matteo Salvini che lancia la sua sfida: “Domenica 31 maggio saremo la prima alternativa a Renzi”. A Lucia Annunziata nella sua trasmissione domenicale “In 1/2 ora” il leader della Lega ha risposto: “Se gli elettori andassero a votare e noi fossimo i secondi dopo Renzi, io ci sono, non mi tiro indietro”.
A questo punto il premier comincia a temere il peggio e dichiara di accontentarsi di una vittoria per 4 a 3. I sondaggi non sono molto incoraggianti perché quelle regioni che il Pd già sentiva di avere in mano: la Campania dove il candidato favorito è Vincenzo De Luca, ex sindaco di Salerno, che, però, sembra avere perso consensi, soprattutto a causa della condanna in primo grado per abuso d’ufficio, mentre gli sfidanti sono Stefano Caldoro (Forza Italia, Nuovo centrodestra, Fratelli d’Italia), Valeria Ciarambino (Movimento 5 stelle), Salvatore Vozza (Sinistra ecologia libertà, Rifondazione comunista), Marco Esposito (Lista civica mo’), Michele Giliberti (Forza nuova); la Liguria, dove il partito di Renzi si è spaccato durante le primarie per la scelta tra la renziana Raffaela Paita, oppure Sergio Cofferati, con un ulteriore candidato della minoranza dei Democratici, Luca Pastorino, che si è dimesso da parlamentare per candidarsi di una Regione dove corrono anche Giovanni Toti, consigliere politico ed europarlamentare di Forza Italia che ha l’appoggio di Lega nord, Fratelli d’Italia, Nuovo Psi, Riformisti, Area popolare, Liberali, Alice Salvatore rappresentante del M5S del genovese Beppe Grillo.
Più tranquilla per il Pd la situazione in Toscana, dove con l’uscente Enrico Rossi che si confronta con 7 aspiranti presidenti, tra cui in più temibile Claudio Borghi (Lega nord, Fratelli d’Italia), non dovrebbero esserci problemi di riconferma. Nelle Marche dovrebbe vincere senza problemi e sorprese il candidato Pd Luca Ceriscioli, mentre in Umbria è quasi certa la conferma dell’uscente Catiuscia Marini, su Claudio Ricci per il centrodestra. Il Veneto al momento è fuori dalla giurisdizione e così dovrebbe rimanere: quasi scontata appare infatti la vittoria di Luca Zaia della Lega Nord, che viaggia intorno al 45%, contro gli altri candidati Alessandra Moretti (Partito democratico), Flavio Tosi (Lista autonoma), Jacopo Berti (Movimento 5 stelle), Alessio Morosin (Indipendenza veneta), Laura Di Lucia Coletti (L’altro Veneto) e Sebastiano Sartori (Forza nuova). Mentre la Puglia sembra essere con Michele Emiliano, l’ex sindaco della città di Bari, appoggiato dal PD, che dovrà affrontare Francesco Schittulli, sostenuto dalle destre.
Tutto ciò premesso, ai democratici della sinistra domenica 31 maggio non dovrebbe andare male. Se si considera poi che, oltre a quelle per le quali si richiede domenica prossima di votare il rinnovo dell’amministrazione, ne hanno ancora in mano cinque, il timore di Matteo Renzi che in un’intervista al Secolo XIX mettendo le mani avanti ha dichiarato: “Alle Regionali anche un 4 a 3 sarebbe una vittoria. La sinistra tifa Silvio Berlusconi” può essere leggo come un timore che il nemico/i Lega/M5S si avvicini.
L’ultimo sondaggio ufficiale, a un mese dalle elezioni, dava il M5S in aumento e flessione per Pd e anche per la Lega. Era il sondaggio Emg presentato da Enrico Mentana al TgLa7 il 28 aprile scorso, che dava il M5S in crescita di 1 punto e mezzo (22%), la Lega Nord terza forza politica ma con -0,5%, Fi invariato con 12,1%, mentre Fratelli d’Italia e Sel superano la soglia del 3% – fissata dall’Italicum per l’entrata in Parlamento – raggiungendo rispettivamente il 4,8% e il 4,2% ed Ncd-Udc invece si ferma ancora al 2,9%. Rifacendosi sempre allo stesso sondaggio, rimane fuori il partito degli indecisi: 17,9% ed infine quello che nel gran segreto delle urne può succedere di diverso invertendo le previsioni.
C’è un fattore, piuttosto, che i leader dei vari schieramenti fanno finta di non considerare. Ed è quello della non partecipazione al voto: Per Nichi Vendola (Sel) “Vincerà l’astensione”. Mentre lo stesso Luca Zaia, favorito per le elezioni in Veneto, lancia un appello: “L’invito a tutti coloro che ci sostengono è di andare a votare, perché l’unico nemico che abbiamo è rappresentato dall’astensionismo”. L’unico nemico, almeno al momento, anche dello sportivissimo Matteo Renzi che ha citato il ‘4 a 3’ perché “a noi amanti del calcio evoca ricordi fantastici, con il piattone di Gianni Rivera e la Germania eliminata. Da quando sono segretario abbiamo recuperato quattro Regioni alla destra (Piemonte, Sardegna, Calabria e Abruzzo), superato il 40% alle Europee, recuperato molte città. Fosse un 4-3 sarebbe comunque una vittoria per il Pd. Ma credo che andrà meglio”. C’è da augurarselo?
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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