La media è decisamente impressionante: 53mila imprese chiuse nei primi 5 mesi del 2014, 10mila al mese. Sono desolanti i dati diffusi dall’Osservatorio Confesercenti, secondo cui nello stesso periodo le nuove aperture sono state circa 32mila. Un saldo finale negativo netto di 20.807 unità nel settore commercio e turismo.
Chiare le cause di questa disfatta per il presidente di Confesercenti, Marco Venturi, che dal palco dell’assemblea nazionale della confederazione ha individuato nell’inasprimento del fisco e nella crisi del mercato interno le cause di questi numeri negativi.
“Non possiamo più accettare – ha affermato Venturi – uno Stato strabico che concentra l’attenzione sulle sue casse e che ignora le difficoltà delle piccole e medie imprese, sempre più in crisi e spesso costrette a chiudere”. Il rischio è che “con una mano si diano agevolazioni, come lo sconto del 10% della bolletta elettrica ed il dimezzamento dei contributi camerali”, ma dall’altra “si riprenda tutto aumentando il prelievo fiscale”.
In quattro anni, dal 2009 al 2013 il prelievo locale è aumentato di 20 miliardi di euro, oltre i 14 miliardi in più di prelievo nazionale: “ben 34 miliardi in meno – ha osservato – per redditi, investimenti e consumi. Si tratta di un cortocircuito che va rimosso”.
Secondo Venturi “le imprese scontano uno svantaggio fiscale rispetto al resto d’Europa: il prelievo Iva sulle prestazioni alberghiere in Italia è un punto e mezzo oltre la media europea, tre punti e mezzo oltre la Grecia, 3 in più di Francia e Germania, 2 rispetto al Portogallo”.
Parla poi di “pasticcio” e di “imposta malgestita” quando si affronta il tema Imu – Tasi, con un impatto in media del 100% in più rispetto alla vecchia Ici. Il rischio batosta per le imprese è concreto: ipotizzando un immobile strumentale medio del valore di 300mila euro ai fini ici, Confesercenti stima che il prelievo passerà dai 1.950 euro dell’imposta del 2011, ai 3.900 euro del combinato Imu – Tasi del 2014.
Altalenante la spesa per i consumi di beni. Nel solo biennio 2012-2013 la contrazione si è attestata a 28,5 miliardi. Un calo proseguito anche nel primo trimestre di quest’anno: -1,2 miliardi. Alla fine nel 2014, però, la spesa
dovrebbe tornare positiva, anche grazie al bonus di 80 euro a favore dei redditi dipendenti, che genererà più 3,1 miliardi di consumi nel 2014 e +5,1 nel 2015.
L’auspicio della confederazione è che “si rimuovano gli ostacoli che frenano la crescita”. “La fine 2013 e l’inizio 2014 sono stati segnati dalla crisi che diminuisce di intensità ma si sta trasformando in stagnazione. Qualcosa sta cambiando, si vede qualche timido segnale positivo”. Per Venturi “un’Italia diversa e’ possibile. Per una vera ripresa vanno rimossi gli ostacoli che frenano la crescita”.
Intanto alla Camera è arrivata la fiducia al Dl Irpef, che incassa 342 si e 201 no e approderà in votazione finale nella giornata di domani. Tra le misure più importanti contenute nel pacchetto il bonus di 80 euro per i dipendenti con reddito fino a 26mila euro, il taglio all’Irap del dieci per cento, lo slittamento della prima rata Tasi al 16 ottobre, l’aumento delle rendite finanziarie al 26%, il taglio di 150 milioni alla Rai, l’aumento del costo del passaporto e quello delle pratiche per il riconoscimento della cittadinanza italiana.
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