Romano, 85 anni e 40 di carriera. Due David di Donatello, uno per la sceneggiatura e uno alla carriera. Una grande e lunga amicizia con Nino Manfredi, tanto forte che dopo la sua morte , nel 2004, Luigi Magni non ha più diretto un film.Gigi se n’è andato per sempre ieri mattina, nella sua casa in via del Babbuino, dopo una lunga malattia. Accanto a lui, a tenergli la mano fino all’ultimo, l’adorata moglie, Lucia Mirisola.
«Di grandi ce ne stanno tanti, di Magni uno solo» disse di luigi Gigi Proietti in un sonetto scritto per celebrare un compleanno del cantore della romanità. Perché con la grande cultura che lo ha contraddistinto Luigi Magni è stato il cantore del popolino romano e ha narrato magistralmente il cuore e lo spirito della capitale. Come Sordi e la Magnani nel cinema. Come Belli e Trilussa nella letteratura.
Aveva iniziato la carriera come sceneggiatore e soggettista in collaborazione con Age & Scarpelli. Nel 1956 era passato definitivamente nel mondo del cinema lavorando con i più importanti registi italiani dell’ epoca: Mario Monicelli, Luciano Salce, Carlo Lizzani, Alberto Lattuada, Mauro Bolognini, Camillo Mastrocinque, Giorgio Bianchi, Pasquale Festa Campanile.
Nel 1968, decide di passare anche lui alla regia, dirigendo Renzo Montagnani e Ottavia Piccolo nella commedia Faustina, storia della moglie di un “tombarolo” che viene continuamente picchiata dal marito. La pellicola ha un buon successo e permette a Magni di proseguire nella sua professione di regista: esce così Nell’ anno del Signore (1969) che definisce il suo genere cinematografico, vale a dire una filmografia improntata in larga parte su Roma e sulla sua storia, ondeggiando fra gli aspetti farseschi e quelli drammatici, senza mai dimenticare il linguaggio tipicamente chiaro e popolare, tanto quanto lo sono gli stornelli.
Fra i suoi attori il suo prediletto rimane Nino Manfredi (per il quale firma la sceneggiatura della sua opera da regista Per grazia ricevuta, nel 1971), ma anche Claudia Cardinale, l’ istrionico Ugo Tognazzi e il più cabarettistico Pippo Franco. La Tosca (1973) è uno dei suoi affreschi storici musicali più riusciti, ma Quelle strane occasioni (1976), diretto a quattro mani con Luigi Comencini, lo assegna di diritto al panorama comico italiano.
Ma è In nome del papa re (1977), sempre con l’ immancabile Manfredi, a segnare il riconoscimento da parte della critica che lo premia con il David di Donatello per la migliore sceneggiatura. La storia di un rivoluzionario anti-papale che scopre di essere figlio di un monsignore, ha quei toni amaro-picareschi che rendono il film una vera bandiera della Città Eterna. Seguono Secondo Ponzio Pilato (1987), ‘ O Re (1988), In nome del popolo sovrano (1991) e Nemici d’ infanzia (1995), con Renato Carpentieri, che gli fa vincere il secondo David di Donatello per la sceneggiatura.
Dopo il film a episodi Esercizi di stile” (1996), Magni torna a raccontare la Roma papalina percorsa dai fervori giacobini di libertà,, fraternitaà, e uguaglianza ne La carbonara (2000) con Lucrezia Lante Della Rovere. Dopo l’ uscita del film tv La notte di Pasquino” (2003) e con la morte di Nino Manfredi nel 2004, smette di girare pellicole. Sempre nel 2004 riceve al Tranifilmfestival il premio cinematografico ‘ Stupor Mundi’ riconoscimento alla carriera ispirato alla figura di Federico II di Svevia. Nel 2008 riceve il David di Donatello alla carriera per celebrare i suoi 80 anni e i 40 di attività registica.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy