Giudizio positivo dell’agenzia Moody’s sull’economia italiana. La ripresa sarebbe dietro l’angolo. Per quest’anno i valori sono negativi, ma dal 2014 il Pil riprende a salire. Resta alta invece la disoccupazione.
La ripresa sarebbe dietro l’angolo, come sostiene il premier Enrico Letta. A confermarlo, l’agenzia Moody’s, che dopo aver duramente tagliato il rating sovrano, incoraggia ora i mercati e invita a ridare fiducia al sistema economico nazionale.
Il giudizio positivo arriva dal suo Global Macro Outlook 2013 – 2015, lo strumento che la nota agenzia di rating mette a disposizione dei professionisti del credito per comprendere i trend di mercato e il loro impatto grazie all’incrocio dei dati provenienti dalla politica, dall’economia e dalla finanza.
Ebbene, l’aspettativa di Moody’s per il 2014 è quella di un ritorno della crescita in Italia dopo quasi tre anni di recessione. Gli analisti guardano al futuro con fiducia, e vedono nel prossimo biennio una “maggiore stabilità” dopo un “lungo periodo di turbolenze nei mercati”. Soprattutto, si prevede la crescita di tutte le economie del G20, con un “graduale rafforzamento delle condizioni economiche” nell’area dell’euro.
Per quanto riguarda l’Italia, nel documento si evidenzia una contrazione del prodotto interno lordo italiano tra il -2 e il -1 per cento per il 2013 e, per il 2014, una crescita tra lo 0 e l’1 per cento. Un incremento sensibile, soprattutto guardando le precedenti stime che invece attestavano una oscillazione del Pil tra -0,5 e +0,5 per cento.
Non è altrettanto positivo il dato sull’occupazione nel nostro Paese. Cifre alla mano, la disoccupazione dovrebbe crescere di un punto, passando dal 12 al 13 per cento.
Un “rischio considerevole”, poi, è rappresentato da una ulteriore escalation della crisi “qualora il sostegno ai programmi di austerità scendesse ancora”. Per Moody’s si tratta di “rischi non trascurabili” che arrivano soprattutto dall’Italia e dalla Grecia dove i partiti anti euro fanno sentire sempre più spesso la loro voce.
Moody’s però non è la sola.
La scorsa settimana l’Istat aveva diffuso dei numeri conformi a quelli pubblicati oggi dall’agenzia: Pil in crescita dello 0,7 per cento il prossimo anno, dopo una contrazione dell’1,8 alla fine del 2013 e disoccupazione in crescita fino al 12,4 per cento.
Stessa prospettiva è emersa dal bollettino economico di Bankitalia, che aveva delineato una situazione di –lenta- ripresa. Anche Palazzo Koch ha visto nella fine dell’anno il momento dell’inversione di tendenza del Pil. Quindi l’invito al mantenimento della stabilità, grazie alla quale “l’Italia centrerà i target per il 2015 – 2017”. Solo però qualora si arrivi al “pieno realizzarsi degli effetti delle riforme strutturali”.
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