Per l’avvocato Fausto Coppi, legale di Berlusconi, è “tramontata” la richiesta di un atto di clemenza. Il voto sulla decadenza, intanto, non slitterà: parola del Pd.Silvio Berlusconi non chiederà la grazia. Non lo faranno per lui nemmeno i suoi figli, come aveva ipotizzato nei giorni scorsi Marcello Dell’Utri. La possibilità di invocare un atto di clemenza da parte del Capo dello Stato “è tramontata”, secondo quanto ha dichiarato l’avvocato Franco Coppi, uno dei legali del Cavaliere.
L’annuncio – arrivato nel pomeriggio al termine dell’udienza del processo di appello Unipol – chiude così una settimana di indiscrezioni e smentite sul destino politico dell’ex presidente del Consiglio. Berlusconi, in ogni caso, il prossimo 27 novembre conoscerà l’esito del voto sulla sua decadenza da senatore.
L’ipotesi di un ulteriore rinvio della votazione era stata valutata dal Pdl allo scopo di raffreddare le tensioni con il Partito democratico e portare a conclusione, senza possibilità di sgambetti, l’iter per l’approvazione della legge di stabilità. Ogni possibilità di slittamento della decisione, però, è stata smentita dal responsabile Giustizia dei democratici, Danilo Leva.
“Non è pensabile alcuna ipotesi di slittamento – ha dichiarato -. Vanno rispettati il regolamento e le procedure, è inutile che il Pdl cerchi alibi per nascondere l’unica certezza, che è quella condanna definitiva di Berlusconi per frode fiscale”.
La condanna definitiva a quattro anni di carcere, di cui tre condonati dall’indulto, non costerà la libertà all’ex premier, che ha richiesto attraverso i suoi avvocati l’affidamento in prova ai servizi sociali. Resta in ballo la sua permanenza a Palazzo Madama, che è comunque stata prorogata fino ad oggi grazie al muro eretto dal Popolo della libertà a difesa del proprio leader.
Anche i “filogovernativi”, guidati da Angelino Alfano, hanno ribadito il proprio sostegno a Berlusconi, ma allo stesso tempo si augurano che in caso di decadenza non si torni ad una conta interna.
“Continuiamo a sperare che nonostante l’indignazione legittima e lo sdegno – ha affermato il vicepremier -, prevalga in lui il profilo di uomo di Stato che è stato per lui sempre premiante da punto vista elettorale. Berlusconi si è sempre posto come un uomo di Stato a servizio del Paese”.
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