Il 25 novembre è giornata internazionale contro la violenza sulle donne e ricorda il giorno in cui, nel 1960, furono assassinate le tre sorelle Mirabal, attiviste della Repubblica Dominicana contro il dittatore Rafael Leónidas Trujillo.
La Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, che si celebra oggi in tutto il mondo, prende le mosse proprio dal sacrificio di Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa e Patricia Mercedes, barbaramente uccise mentre andavano a trovare i loro mariti in carcere. Le tre sorelle furono intercettate dagli uomini del dittatore mentre si dirigevano alla struttura penitenziaria. Portate nei campi, vennero uccise a bastonate per poi essere riportate in macchina e spinte in un burrone, per simulare una loro morte casuale.
La vicenda dalla piccola Ojo de Agua, nella provincia di Salcedo, si diffuse rapidamente in tutto il mondo, fino a diventare il triste emblema delle violenza maschile, che ancora oggi, 53 anni dopo quell’accadimento, continua a perpetuarsi anche nei Paesi più civilizzati, declinandosi dal femminicidio alla violenza fisica, dallo stalking allo stupro, dalle violenze domestiche fino al mobbing sul posto di lavoro. Tutte espressioni distorte del potere diseguale tra donne e uomini.
Quella sulle donne è la forma di violenza più diffusa che colpisce adulte, giovani e bambine indipendentemente dalla religione, dalla cultura, dalla nazionalità e dalla classe sociale. Più del 70 per cento delle persone di sesso femminile nel mondo ha subito violenza almeno una volta nella vita, ha ricordato ieri il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon. In Italia già 128 quest’anno le vittime di femminicidio. In pratica, ogni due giorni e mezzo una donna muore, molto spesso per mano del marito, compagno,, fidanzato, ex, mentre una su tre subisce violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita.
Molte sono le iniziative – una v alanga tra mostre, manifestazioni, convegni, incontri letterari in programma eventi- per porre l’attenzione su questo tema che oggi più di prima è alla ribalta delle cronache nazionali. A Roma flash mob della Cgil.
Per accendere i riflettori sul fenomeno della violenza alle donne e per contrastarlo, Enel “accenderà” di rosso il Campidoglio, nella Capitale. Il sito della Polizia di Stato dedicherà invece un focus all’argomento, mentre decine di paia di scarpe rosse saranno esposte davanti all’ingresso del Centro di Produzione Tv Rai di Milano. A Napoli andrà in scena al San Carlo uno spettacolo nel nome di Franca Rame che ricordò in un famoso monologo la violenza sessuale subita negli anni 70; a Bari dal 18 novembre 70 associazioni hanno prodotto 50 eventi per celebrare la Giornata.
Si muovono le istituzioni, ma non solo.
“Dobbiamo porre l’attenzione su un fenomeno terrificante, ancora in aumento, che si può contrastare con la prevenzione, ma servono risorse adeguate” ha detto LauraBoldrini, presidente della Camera, che ospita oggi parlamentari e ministre, attrici e cantanti perché prendano parte alle lettura dei monologhi di Serena Dandini, “Ferite a morte”, una Spoon River di storie di donne uccise per mano di mariti, compagni o fidanzati.
Mentre anche se le risorse scarseggiano, il ministero della Salute sta lavorando a un progetto per un percorso nei pronto soccorso riservato alle vittime di violenza, con un luogo dedicato all’accoglienza, in cui possano sentirsi protette, comprese e aiutate (a Roma, ad esempio, il Policlinico Gemelli ne è fornito già da qualche anno).
In soccorso delle donne si mobilitano anche gli uomini, perché è importante che da parte loro arrivi un segnale forte, un richiamo alla necessità di educare al rispetto come antidoto alla violenza. “Impegnati anche tu: uomini contro la violenza sulle donne” è la campagna di sensibilizzazione e una community on line, alla quale hanno aderito diversi volti maschili dello spettacolo: Alessandro Gassmann, Claudio Bisio, Daniele Silvestri e Cesare Prandelli per tutto il mse di novembre.
“Perché ognuno di noi può fare qualcosa contro la cultura del possesso e del controllo, contro il sessismo e le giustificazioni” si legge. “Aderisci: chi minaccia e umilia le donne conta sul silenzio, noi contiamo sulla tua partecipazione”. Il progetto NoiNo.org nasce a Bologna, promosso dalla Fondazione del Monte in collaborazione con l’associazione Orlando. Oggi anche Roma e il Lazio, Faenza e Reggio Emilia dicono “No” alla violenza di genere.
Ma c’è anche una manifestazione che ha scatenato alcune polemiche: si tratta di uno sciopero nazionale, indetto sempre per oggi, con il quale tutte le donne sono invitate a “fermarsi per 24 ore da tutto quello che fanno“. Molte le adesioni e le iniziative consultabili sul sito scioperodelledonne.it che si affiancano alla manifestazione in piazza del Campidoglio a Roma dalle 17 alle 19, a cui parteciperanno numerose associazioni. Sempre a Roma, alle 18.30, alla Casa internazionale delle donne verrà presentato il libro “Il lato oscuro degli uomini. La violenza maschile contro le donne: modelli culturali di intervento” (Ediesse editrice, 20 euro) a cura delle ricercatrici Alessandra Bozzoli, Maria Merelli, Maria Grazia Ruggerini. Una mezz’ora prima, nelle sede della Provincia di Roma, ci sarà invece la presentazione del volume “Donne in cronaca” (Tempesta editore, 13 euro) della sociologa e giornalista Vittoria De Matteis.
E proprio a non far sentire sole le vittime le squadre di calcio Salernitana e Frosinone sono scese in campo a Salerno indossando, prima del fischio d’inizio, maglie con un messaggio sociale anti femminicidio o come l’evento “World for Women” in programma domattina al Teatro Quirino di Roma: Telefono Rosa ha invitato la Premio Oscar 2012, Sharmeen Obaid Chinoy, regista del documentario sulle donne acidificate “Save the Face” e la eroica ex parlamentare afgana Malali Joia, perseguitata dopo aver denunciato la corruzione dilagante nel Parlamento dal quale fu immediatamente cacciata.
Anche le associazioni studentesche Rete degli studenti medi e Unione degli Universitari hanno organizzato iniziative in tutta Italia per dire che “l’unico modo per combattere la violenza sulle donne è ripartire da scuola e università con azioni culturali e politiche”. E che ci sia bisogno di incidere sui modelli culturali lo dimostra uno studio effettuato dall’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap) proprio in vista dell’appuntamento: tre uomini su dieci non condannano la violenza sulla donna e credono che sia lei, in qualche modo, la responsabile delle aggressioni da parte dell’uomo.
In Italia sarà anche la giornata dello sciopero generale delle donne “per fermare la cultura della violenza, perché senza le donne non si va da nessuna parte”.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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