Confermato il sostegno di Montecitorio all’esecutivo: 379 sì, 212 no e 2 astenuti. È scontro in aula sulla stampa.
Governo Letta, il voto di fiducia alla Camera
Il governo supera abbastanza agevolmente lo scoglio della seduta di Montecitorio sulla fiducia e riprende a lavorare. Ma il tema della stampa dà la stura allo scontro tra il premier Enrico Letta e il capogruppo del Movimento 5 stelle.
La fiducia è stata posta dal presidente del Consiglio sulla mozione presentata dalla nuova maggioranza Pd-Ncd-Sc-Udc-per l’Italia-Cd a sostegno delle comunicazioni da lui rese al Parlamento.
“Sono qui a chiedere la fiducia per un nuovo inizio”, ha detto il premier in mattinata alla Camera, promettendo quella svolta chiesta a gran voce dagli stessi partiti della nuova maggioranza ed elencando un gran numero di misure che devono essere varate nel 2014 per “evitare di rigettare il Paese nel caos, proprio quando sta rialzandosi”.
A Montecitorio a favore della fiducia si sono espressi i deputati della nuova maggioranza presenti. Contrari invece M5S, Lega, Sel, Fdi e Forza Italia, che sancisce così ufficialmente il suo ingresso nell’opposizione. Il dibattito si sposta ora al Senato.
Ma intanto, nel dibattito che si è scatenato invece sui social network, domina lo scontro con i 5 stelle. Antefatto, le critiche dei giorni scorsi ad alcuni giornalisti,. Nel suo discorso, il premier ha richiamato quei nomi ed ha bacchettato i colleghi grillini.
‘Pensavo che le accuse di Grillo ai giornalisti Oppo e Merlo fossero una gaffe e immaginavo che si finisse ed invece vedo, collega Nuti, che lei ha rilanciato che o i giornalisti scrivono le cose che vi piacciono o vengono messi alla gogna. È inaccettabile”.
Nuti, che del Movimento è capogruppo alla Camera, ed altri deputati si sono alzati ed hanno inveito urlando, mentre dai banchi del Pd si sono levati applausi e l’urlo “fascisti, fascisti”!.
“Essere giornalista significa essere indipendente e non scrivere sui giornali di partito, significa dire il vero e non offendere e scrivere il falso”
ha sostenuto invece Nuti, che sulla lettera di Grillo alle forze dell’ordine ha anche aggiunto:
“Chi devono difendere? Le istituzioni corrotte o i cittadini onesti?”.
Poi, il riferimento a un deputato del Pd, Faraone. Ricordando la sua origine da un quartiere popolare di Palermo, Nuti ha sostenuto che il deputato Pd, da poco nominato nella segreteria da Matteo Renzi,
“è stato visto andare in casa di un pregiudicato e durante le primarie prometteva posti di lavori in cambio di voti”.
Faraone ha chiesto di parlare per fatto personale, ma il vicepresidente Luigi Di Maio gli ha chiesto di farlo a fine seduta, con vive proteste dai banchi del Pd. Il premier, sempre nel suo discorso, è tornato invece sull’argomento.
“Esprimo solidarietà al collega Faraone per le cose ingiuriose dette qui dal collega Nuti. Questa logica della delazione e accusa è inaccettabile – ha detto – Che cosa dovrei fare io che ogni mattina leggo sui giornali le cose più strampalate, incredibili, scorrette e ingiuste dal mio punto di vista ma, caro collega Nuti, è il mio punto di vista e c’è una differenza di fondo perché se lei ritiene che un giornalista leda le regole delle nostre istituzioni può rivolgersi alla magistratura, tutto il resto fa parte del normale dibattito politico e democratico”.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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