Roma, le vie del degrado: Villa Torlonia è terra di nessuno

La denuncia di una anziana donna della zona raccolta da Scelgo. Da quando il guardiano non c’è più il parco è un suk di insistenti e a volte pericolosi venditori abusivi.

Un venditore abusivo a Villa Torlonia (ph. V. Conti)

Sorveglianza zero e abusivismo dilagante a Villa Torlonia. Da diversi mesi non si sa che fine abbia fatto il guardiano in postazione fissa nel gabbiotto all’ingresso. Così, in special modo nell’ultimo periodo, la storica villa sulla Nomentana è diventata praticamente terra di nessuno. La denuncia arriva da una signora, R. F, di 79 anni, residente in zona Piazza Bologna, che ci ha contattato.

Motivo? Il business costante degli abusivi di qualsiasi tipo nei luoghi più frequentati della città. Stesse scene, identiche pratiche di Piazza di Spagna e Fontana di Trevi, insomma. Che hanno fatto scattare nella signora la volontà di riportare anche la sua testimonianza in fatto di illegalità.

In un luogo vicino casa dove sono solita recarmi quasi tutte le mattine intorno alle 11.30 perché, per questioni di salute, devo camminare molto. Ci dice. Ma nell’ultimo periodo, a Villa Torlonia le cose sono cambiate. Oltre al degrado dilagante, ho notato che non c’è più il custode; ho chiesto in giro, ma nessuno ha saputo spiegarmi cosa sia successo. Da quando non c’è più controllo, nella villa, in questi ultimi mesi parecchio deserta, con poca gente e pochi bambini, persiste il dilagare di stranieri abusivi che entrano indisturbati a vendere la loro merce. Calzini e fazzoletti appesi al collo per sbarcare il lunario: ti si avvicinano e se non hai intenzione di acquistare chiedono spicci. Alcuni, poi, sono parecchio insistenti e se hai intenzione di non dar loro nulla ti afferrano il braccio e ti supplicano. Un tormentone che va avanti da prima del mese di luglio. Ho visto anche altre persone in là con l’età che si lamentavano per la stessa questione, così ho pensato di segnalare la cosa”.

Ieri mattina siamo andati a Villa Torlonia a verificare e ne abbiamo incrociato alcuni a zonzo per i sentieri in cerca dei clienti da braccare. Non parecchi come nei giorni in cui ci ha riferito la signora.

Avranno visto pochi romani da “accalappiare” pure loro e avranno cambiato postazione, ma torneranno in blocco – ironizza la signora – A uno di essi che mi chiedeva ‘moneta perché fame’, ho detto di andare alla Caritas. E lui mi ha risposto: “Me piace pizza, no pastasciutta. Caritas no”.

Un gruppetto simile di venditori abusivi di varia nazionalità muniti della stessa merce notata dalla signora a Villa Torlonia ieri, comunque, gironzolava a chiedere l’obolo nei vicini quartieri di Parioli e Trieste, presenti anche in strade come via Lanciani e via di Villa Massimo. Stazionavano lì in molti, spartendosi il territorio per guadagnarsi la giornata. Come i violinisti fissi ai semafori della zona fino alle 14 che poi salgono sui bus e ti fanno la serenata a pagamento a repertorio fisso. Come sempre.