Cento gatti famosi nella storia del cinema. Dal micione rosso senza nome di “Colazione da Tiffany” agli scatenati “Aristogatti”, dai mici horror di Stephen King, fino al cartoon sexy di Fritz. Dal 17 febbraio, Giornata nazionale del gatto, fino al 7 aprile è ospitata a Fermo Immagine, museo del manifesto cinematografico di Milano, in via Gluck, la mostra “Miao, si gira!”, che espone 100 manifesti fra foto di scena e locandine di film, con il gatto protagonista. Ecco allora il raro manifesto di FBI Operazione Gatto (1965) firmato Disney e con protagonista un Siamese assoldato dall’FBI per risolvere un difficile caso. Ed ecco i manifesti di due capolavori come l’inquietante L’occhio del gatto (1985, tratto da un romanzo di Stephen King) e la commedia Il gatto (1977, di Luigi Comencini con due strepitosi Ugo Tognazzi e Mariangela Melato). Non è propriamente una gatta, ma poco ci manca, la sexy protagonista che campeggia sul manifesto del film Catwoman (2004), dove Halle Berry interpreta l’acerrima nemica-amica di Batman che torna in vita grazie ai poteri di un gatto. Gatti horror ce ne sono molti nella storia del cinema, e a loro viene dedicata una piccola sezione a parte con tenebrosi ma bellissimi manifesti di film come I delitti del gatto nero (1990), La tomba di Ligeia (1964), Black Cat – Gatto nero di Lucio Fulci (1981), Artigli di Denis Heroux (1977), Il gatto a nove code (1971) del maestro del brivido italiano, Dario Argento. Grande spazio è dedicato anche ai cartoni animati: dai mitici Aristogatti (1970) della Disney ai lungometraggi della Warner con protagonisti gatti famosissimi come Silvestro e Tom, con titoli divertenti come Il topo è mio e lo mangio quando mi pare e Silvestro Gatto Maldestro. C’è perfino un gatto contestatore e porcellone come Fritz, protagonista sconcio e sboccato di quel film a cartoni animati, Fritz il Gatto (1972), che negli anni Settanta venne perfino censurato per via di certe cene osè. I mici in alcuni film compaiono solo fuggevolmente restando però impressi nella memoria del pubblico. Come testimonia il gatto rosso senza nome che viene coccolato sotto la pioggia da Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany (1961), guadagnandosi l’onore del manifesto accoccolato sulla spalla dell’attrice! E come l’antipaticissimo Sfigatto di Ti presento i miei (2000), l’amatissimo e viziatissimo micio himalaiano di Robert De Niro, in breve tempo diventato una vera e propria star su facebook. E chi non ricorda che alla fin fine è proprio un gatto ad aiutare Sigourney Weaver a sgominare il terribile mostro di Alien (1979), capolavoro di Ridley Scott?
Marcello Viaggio - Giornalista, ha esordito nel 1995 sulla rivista Italia Settimanale, con Marcello Veneziani. Dal 1998 al 2010 ha scritto sul quotidiano Il Giornale, con Andrea Pucci, oggi Vice-direttore del Tg5, e Claudio Pompei. Dal 2010 al 2011 ha scritto su Libero, in stretta collaborazione con il vicedirettore Franco Bechis. E’ stato opinionista fisso alla Tv della Libertà dell’on. Maria Vittoria Brambilla. Nell’agosto 2012 ha aperto sul web il portale NoiRoma2013.
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