L’Academy Award, comunemente conosciuto come Oscar, è il premio cinematografico per antonomasia, uno dei più importanti a livello mondiale e il più antico: venne assegnato per la prima volta nel 1929, tre anni prima del Festival di Venezia.
Prima di Paolo Sorrentino che con ‘La Grande Bellezza’ ha riportato oggi la statuetta placcata in oro 24 carati, alta 35 centimetri, al miglior film straniero in Italia, c’è un buco di 15 anni. Era, infatti, il 1999 quando una Sophia Loren emozionata, sventolando sul palco del Dorothy Chandler Pavilion di Los Angeles una busta bianca, gridava, con un entusiasmo tutto partenopeo, ‘ Roberto’. La performance di Benigni, che raggiunse il palco camminando sugli schienali delle poltrone e, soprattutto, le tre statuette assegnate a ‘La vita bella’ resero l’ Italia protagonista di quell’edizione degli Oscar. ‘ Miglior film straniero’, ‘ miglior attore protagonista’ a Benigni (il primo e ultimo italiano nella storia degli Oscar), ‘ miglior colonna sonora’ alla musica di Piovani. Con la vittoria de ‘ La vita bella, l’Oscar per il ‘ miglior film straniero’ rientrava in Italia dopo sette anni.
Prima dell’ attore e regista toscano, a mettere le mani sull’ambita statuetta era stato nel 1992 Gabriele Salvatores con ‘Mediteranneo’ e, prima ancora, nel 1990, Giuseppe Tornatore con ‘Nuovo Cinema Paradiso’.
Ultimo ventennio a parte, l’ Academy, da quando esiste la categoria di concorso dedicata ai film in lingua non inglese (1957), ha attribuito la statuetta all’ Italia in sette occasioni: quattro volte a Fellini (per ‘ La strada’, ‘ Le notti di Cabiria’, ‘8½’, ‘ Amarcord’), a Elio Petri, nel 1970, per ‘ Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto’, due volte a De Sica (per ‘ Ieri, oggi e domani’ e ‘ Il giardino dei Finzi-Contini’). Il padre del Neorealismo italiano era però già stato premiato prima del ’57 con l’assegnazione di due riconoscimenti speciali, destinati a pellicole non americane, a ‘ Ladri di biciclette’, nel 1950, e a ‘ Sciuscia” nel 1948. Fu proprio De Sica il primo italiano a brandire la statuetta dorata.
Dopo di lui venne Anna Magnani, scelta come ‘ miglior attrice’ nel 1956 per l’ interpretazione nel film ‘La rosa tatuata’ di Daniel Mann. Soltanto un’ altra italiana è riuscita fino a oggi in questa stessa impresa: la Loren protagonista de ‘La ciociara’, che nel 1962 strappò la statuetta a Audrey Hepburn, in corsa con ‘ Colazione da Tiffany’. La sua Holly Golightly, con il tubino nero e le perle al collo, l’ avrebbe per sempre assegnata all’ immaginario collettivo come icona di stile ed eleganza, ma non riuscì a vincere il confronto con la coraggiosa Cesira, portata sullo schermo da Sophia Loren.
Chiusa l’ epoca d’ oro di De Sica prima e di Fellini poi, nel 1988 fu Bernardo Bertolucci a portare un po’ di Italia sul palco dell’Academy. Il suo ‘L’ ultimo imperatore’, kolossal girato in Cina in lingua inglese, venne scelto come ‘ miglior film’ e si aggiudicò in totale nove statuette, inclusa quella per la ‘ miglior regia’.
Meno rumorosi, ma fondamentali per rimpinguare il bottino degli Oscar italiani sono stati i successi conquistati negli anni dagli ‘artigiani’ del cinema di casa nostra. Per le scenografie, ad esempio, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, amati e spesso scelti per le loro produzioni dai registi di Hollywood, hanno agguantato il prestigioso premio in tre occasioni (nel 2005 per ‘ The Aviator’, nel 2008 per ‘ The Sweeney Todd’, e, piu’ di recente, nel 2012 per ‘ Hugo Cabret’). Altrettanto preziosa l’affermazione del papà di alcuni celeberrimi mostri animati, Carlo Rambaldi, vincitore dell’ Oscar per i migliori effetti speciali nel 1976 (‘ King Kong’), nel 1980 (‘ Alien’) e nel 1983 (‘ E.T.’).
Ancora, è assai vasta la schiera dei costumisti italiani premiati a Los Angeles. Milena Canonero ha portato a casa tre Oscar per avere vestito nel 1976 gli attori di ‘ Barry Lindon’, nel 1982 i protagonisti di ‘ Momenti di gloria’, nel 2007, Kirsten Dunst e compagne nell’ opulenta ricostruzione di ‘ Marie Antoinette’, guidata da Sofia Coppola. Dietro di lei con due statuette a testa Piero Gherardi (vincitore con ‘ La dolce vita’ e ‘8½’), Danilo Donati (premiato per ‘ Romeo e Giulietta’ di Zeffirelli e ‘ Il Casanova di Fellini’) e Vittorio Nino Novarese (premio Oscar per ‘ Cromwell’ e il kolossal con Liz Taylor ‘ Cleopatra’). Nella medesima categoria si sono affermate anche Gabriella Pescucci (come dimenticare gli abiti di Michelle Pfeiffer e Winona Ryder ne ‘ L’ eta dell’ innocenza’), e Franca Squarciapino, vincitrice nel 1991 per ‘ Cyrano de Bergerac’. Tra gli italiani piu’ premiati dall’ Academy ci sono poi anche un compositore e un direttore della fotografia: Giorgio Moroder e Vittorio Storaro. Entrambi hanno alzato al cielo la stautetta per tre volte: il primo nel 1978 per la miglior colonna sonora nel film ‘ Fuga di mezzanotte’, e nel 1983 e 1896 per la miglior canzone nei film ‘ Flashdance’ e ‘ Top Gun’; il secondo per la miglior fotografia nel 1980 (‘ Apocalypse Now’), nel 1982 (‘ Reds’) e nel 1988 (‘ L’ ultimo imperatore’).
Due Oscar sono arrivati a casa nostra anche per il ‘ miglior montaggio’: a vincerli e’ stato Pietro Scalia nel 1992 per ‘ Jfk’ e nel 2002 per ‘ Black Hawk’. Da non dimenticare nemmeno il riconoscimento tributato a Nino Rota nel 1975 per la colonna sonora de ‘ Il padrino. Parte II’ e lo stesso premio guadagnato nel 2008 dall’ italiano Dario Marianelli per i brani scritti per ‘ Espiazione’. Premio spesso molto trascurato, quello al miglior trucco. Pure qui c’ e’ un po’ di Italia: nel 1989 se lo aggiudica Manlio Rocchetti per il make up realizzato nel film ‘ A spasso con Daisy’.
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