Si dimette Domenicali, arriva Mattiacci. Il disastroso avvio di stagione della Ferrari, incapace di raggiungere un solo podio nei primi tre GP, ha partorito la prima “ghigliottina eccellente”. A a cadere è la testa del Team Principal, Stefano Domenicali, responsabile della Gestione Sportiva di Maranello da fine 2007 (successe al pluridecorato Jean Todt) e che paga, oltre all’evidente ritardo attuale delle “rosse” nei confronti della lanciatissima Mercedes (dato, peraltro, che accomuna la Ferrari alle altre scuderie perché anche Red Bull e McLaren non hanno granchè di cui gioire), anche il dato non proprio edificante di non aver vinto alcun titolo mondiale piloti ed un misero titolo costruttori nel 2008 che, peraltro, viste le continue rivoluzioni regolamentari e lo sviluppo tecnologico, sembra un’era geologica fa.
Marco ;Mattiacci
Con a corollario ben tre titoli piloti mancati all’ultimo GP. Sfiga? Fino a un certo punto. Quello di Massa nel 2008 e, soprattutto, quello di Alonso nel 2010 sono stati compromessi da scelte strategiche sciagurate come ad Abu Dhabi, dove per perdere ci voleva un certo impegno. Decisamente troppo per chi, già abituato a vincere, era stato oltremodo viziato dall’era- Schumi. Detto questo e registrata anche una notevole soddisfazione da parte dei tanti ferraristi che hanno preso d’assalto il web per inondare di commenti la notizia, diramata ufficialmente alle 12.13 di stamattina con un comunicato piuttosto asettico ( “La Ferrari ha preso atto delle dimissioni di Stefano Domenicali e lo ringrazia per avere servito l’azienda con grande dedizione in ruoli di crescente responsabilità per 23 anni. A Stefano Domenicali gli auguri più sinceri per il futuro“), molti anche critici con Montezemolo, accusato di aver preso una decisione sin troppo tardiva, va anche sottolineato che il gap che separa il Cavallino dalle Mercedes non è addebitabile solo ad una cattiva gestione ma anche ad oggettive carenze tecniche (leggasi, il motore molto più che l’affidabilità).
Resta la singolarità di una decisione presa in una fase così anticipata della stagione ( per solito i cambi si fanno al termine di un’annata) ma , a gioco lungo, potrebbe essere un bene.
Piuttosto signorile, comunque, il commiato di Domenicali affidato a queste parole: “Ci sono particolari momenti nella vita professionale di ognuno di noi in cui ci vuole il coraggio di prendere decisioni difficili e anche molto sofferte. È ora di attuare un cambiamento importante. Da capo, mi assumo la responsabilità – come ho sempre fatto – della situazione che stiamo vivendo. Si tratta di una scelta presa con la volontà di fare qualcosa per dare una scossa al nostro ambiente e per il bene di questo gruppo, a cui sono molto legato.
“Ringrazio di cuore tutte le donne e gli uomini della squadra, i piloti e i partner per il magnifico rapporto avuto in questi anni – ha detto ancora Domenicali – A tutti auguro che presto si possa tornare ai livelli che la Ferrari merita. Infine, vorrei fare l’ultimo ringraziamento al nostro Presidente per avermi sempre sostenuto e un saluto a tutti i tifosi con il rammarico di non aver raccolto quanto duramente seminato in questi anni“.
Ora, si volta pagina e per farlo Montezemolo ha deciso di affidarsi a Marco Mattiacci, attuale presidente e amministratore delegato di Ferrari Nord America per la cui nomina il Presidente onorario di Maranello si è limitato a commentare con queste poche battute : “Voglio anche augurare buon lavoro a Marco Mattiacci, un manager di valore che conosce bene l’azienda e che ha accettato con entusiasmo questa sfida”.
Altra operazione-ponte tra Italia e Usa in pieno stile Fiat o una scelta fortemente voluta e doverosamente ponderata?
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