Il neoeletto presidente d'Israele Reuven Rivlin
Reuven Rivlin, del Likud, partito della destra israeliana, è stato eletto nuovo presidente del paese con la stella di David. Il neopresidente ha vinto il ballottaggio che lo vedeva opposto al centrista Meir Shitrit con 63 voti a fronte delle 53 preferenze ottenute dal rivale. Tre le schede bianche.
Una seduta della Knesset
La Knesset (il parlamento israeliano) si è, sostanzialmente, divisa a metà tra i due contendenti, dal momento che i deputati che hanno votato sono stati 119.
Rivlin, 74 anni, già a capo della Knesset, è il decimo presidente d’Israele. E tale rimarrà per 7 anni. Succede al 90enne Shimon Peres il cui mandato scade il 27 luglio. Proprio l’ormai ex presidente aveva sbarrato la strada al candidato del Likud nella precedente elezione, quella del 2007.
Ma chi è il nuovo presidente?
Esponente storico della destra vicino ai coloni, Rivlin è da molti considerato “un falco”, anche per la sua posizione decisamente intransigente nei confronti della “questione palestinese”. E’ nota, infatti, la sua ferma contrarietà alla creazione di uno Stato palestinese il che lo distingue nettamente da Peres e potrebbe creare non pochi attriti in seno alla comunità internazionale.
Nel tempo, però, Rivlin è riuscito a conquistarsi, quantomeno, il rispetto anche di settori politici avversi nonché della minoranza araba per il suo approccio legalitario e l’equanimità alla guida dell’assemblea. Un notevole attestato di stima che dimostra quanto il nuovo presidente sia apprezzato in modo piuttosto “trasversale” da molti politici del paese. Molti. Non tutti.
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu
Tra coloro che non hanno certo salutato con favore l’esito della consultazione c’è, per esempio, il premier Benyamin Netanyahu, collega di Rivlin nel Likud. Ma leader di una corrente di partito rivale rispetto a quella di cui è espressione il neoeletto.
Tra i due esisterebbero vecchie ruggini. Motivi personali, si sussurra. Ma non solo. Ci sarebbero anche ragioni squisitamente politiche. Il ruolo del presidente d’Israele è principalmente cerimoniale, ma, come in Italia, è lui che, dopo le elezioni, assegna al candidato premier l’incarico di formare il governo. E visto che le più recenti consultazioni (non solo quella appena conclusa) hanno fatto registrare una notevole frammentazione del consenso tra i vari soggetti politici, Netanyahu, secondo i retroscena dei quotidiani israeliani, teme che Rivlin possa addirittura non affidargli un eventuale incarico o possa ostacolarlo in qualche modo.
Una nota di colore: Rivlin è un grandissimo appassionato di calcio ed è stato presidente del Beitar Gerusalemme. Particolare da non sottovalutare quando si tratta di guadagnare simpatie diffuse.
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