Ha deciso in modo compatto l’ufficio di presidenza del PD al Senato: il senatore Corradino Mineo non può far parte della commisione Affari costituzionali. Ricevute le indicazioni dal ministro Maria Elena Boschi, valutata l’unità di vedute degli altri membri della commissione, il gruppo PD ha ritenuto opportuno allontanare il collega Mineo che aveva espresso opinioni divergenti sulla riforma costituzionale Renzi.
Immediate le reazioni, in primis del diretto interessato, che ha definito tale decisione una “violazione dell’art. 67 della Costituzione“. Pur reputando Matteo Renzi “un ottimo uomo politico, una risorsa per il Paese, il renzismo stalinismo è una barzelletta fuori tempo“. Gli fa eco Giuseppe Civati, che ritiene l’allontanamento “un errore politico, l’episodio più grave di una legislatura che non ce ne ha risparmiati”.
E mentre il deputato Stefano Fassina chiede a Matteo Renzi che si riveda la decisione, tredici senatori del PD (Paolo Corsini, Massimo Mucchetti, Vannino Chiti, Felice Casson, Nerina Dirindin, Maria Chiara Gadda, Maria Grazia Gatti, Sergio Lo Giudice, Claudio Micheloni, Walter Tocci, Enrico D’Adda, Lucrezia Ricchiuti e Renato Turano) si sono autosospesi dal Gruppo.
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