Silvio Berlusconi e Matteo Renzi
Tra schermaglie, minacce di ricorso ad elezioni anticipate e finte aventiane da parte di opposizioni quanto mai turbolente al Senato, il governo incassa i primi successi sulle riforme e decide di tirare diritto. Un primo fondamentale passo è rappresentato dalla metamorfosi di Palazzo Madama con la quale la maggioranza ha messo fine a quasi 65 anni di bicameralismo perfetto.
La partita è ancora aperta su alcuni punti importanti per i quali il presidente del consiglio Renzi sembra disposto a trattare e fare qualche concessione alle opposizioni, ma la pratica Senato sembra ormai un assegno già messo all’incasso del bilancio delle riforme istituzionali.
Ed in attesa del si definitivo al nuovo Palazzo Madama e ai suoi 100 senatori non eletti ma espressione delle regioni e del Capo dello Stato Renzi e la sua maggioranza allargata a Berlusconi e Forza Italia, già pensano alla seconda fondamentale riforma del programma di governo: il superamento della legge elettorale, l’attuale Porcellum, con l’Italicum che vede da una parte il premier intenzionato a chiudere la partita “entro l’anno” e dall’altra i partiti minori sempre più preoccupati dal rischi legati alle soglie di sbarramento e ai premi di maggioranza in caso di vittoria elettorale, pronti a dare battaglia.
Ed è proprio in vista di quello che si preannuncia per l’inizio dell’autunno come un nuovo scontro senza quartiere che Renzi lavorerà, questa settimana per riannodare le fila di una ragnatela di consensi robusti che riparte proprio da quel patto del Nazareno che tanto preoccupa l’Ncd di Angelino Alfano come le opposizioni e la Lega. Su un punto il presidente del Consiglio non sembra però avere dubbi: il patto con Berlusconi, visti gli effetti positivi dimostrati nel braccio di ferro sviluppatosi al Senato, ha retto e dunque va blindato in vista della legge elettorale.
La prossima legittimazione del ruolo strategico che Renzi, in questa fase, riconosce all’ex Cavaliere, ci sarà martedì, quando i due leader si incontreranno di nuovo per riconfermare tempi e modalità dell’intesa. Poi l’attenzione verrà dirottata sui temi dell’economia e della crisi dove, fondamentali scelte in materia di deficit, spending review, rilancio e disoccupazione dovranno essere fatte a partire già dai primi giorni di settembre.
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