L'esercito israeliano abbandona la Striscia
E’ entrata in vigore alle 8 ora locale (le 7 in Italia) la tregua bilaterale di 3 giorni tra Israele e Hamas. L’esercito israeliano ha annunciato il suo totale ritiro dalla Striscia, con un piccolo che rimarrà contingente al confine in caso di violazione del cessate il fuoco da parte palestinese. Fino agli ultimi minuti dall’entrata in vigore della tregua ancora razzi contro Israele, che ha risposto con raid.
L’esercito israeliano abbandona la Striscia
“Tutte le forze sono uscite da Gaza“, ha annunciato il portavoce militare israeliano. Israele ha cosi’ confermato il ritiro delle forze, come previsto dalla tregua iniziata stamattina.
Altre immagini del ritiro delle truppe israeliane
Sono stati circa 900 gli ‘operativi’ di Hamas, Jihad islamica e altre fazioni ‘terroristiche’ uccisi dall’esercito israeliano nei 29 giorni di operazioni nella Striscia di Gaza. Il dato e’ stato riferito a Times of Israel da una fonte militare secondo cui in totale sono stati 4.800 gli obiettivi colpiti nell’enclave palestinese. Secondo fonti sanitarie della Striscia, i morti causati dall’esercito sono stati più di 1.800, tra cui civili e molti bambini.
Uno spaccato di Gaza oggi
Ma ieri Gerusalemme è tornata a vivere l’incubo dei bulldozer, come già accaduto nel 2008 e nel 2009. Stavolta, un uomo a bordo di una ruspa si è scagliato contro un autobus, uccidendo un passante e ferendo il conducente dello stesso autobus, che in quel momento era vuoto. Il presunto terrorista, già noto alle forze di sicurezza per un altro incidente, è stato ucciso da un poliziotto.
La ruspa e, a fianco, l’autobus travolto a Gerusalemme
Cinque anni fa, a marzo 2009, un altro giovane (Miri Radeideh, palestinese di 26 anni di Gerusalemme est) alla guida di un bulldozer investì un’autopattuglia della polizia, prima di essere ucciso dal fuoco di un agente e di un tassista. L’attacco venne rivendicato da ”I liberi della Galilea”, un gruppo fantomatico che in passato si era già attribuita la paternita’ di analoghi attacchi ‘artiginali’ a Gerusalemme. Il 22 luglio 2008 il 22enne Ghassan Abu Tir investì con una ruspa automobili e passanti nel centro di Gerusalemme, prima di essere ucciso dal fuoco di un civile e di un agente, mentre a meno di un chilometro di distanza il presidente palestinese Abu Mazen era per la prima volta ospite del presidente Shimon Peres nella sua residenza. Nell’attacco rimasero ferite sedici persone. Il giovane era un parente di Mahmud Abu Tir, un dirigente politico di Hamas detenuto da Israele. Venti giorni prima, il 2 luglio, era stata la volta del 30enne Hussam Tayassir Dwayat, giunto dal rione di Zur Baher di Gerusalemme est, dove viveva con moglie e due figli, per seminare la morte in citta’ a bordo di una pesante ruspa. L’uomo attraversò una strada trafficata nel settore ebraico della città, travolgendo per centinaia di metri tutte le automobili, i passanti e anche un autobus, prima di essere ucciso da un agente e due civili. La sua folle corsa provocò quattro morti ed un’ottantina di feriti.
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