I suoi paesaggi alpini e i suoi animali sono icone della pittura di fine Ottocento. Da sempre la Bregaglia è terra di grandi artisti, fra questi vi è anche il celebre paesaggista Giovanni Segantini, che era solito trascorrere l’estate a Maloja e l’inverno a Soglio. Estasiato dalla luce indissolubile dell’alta montagna e dalla maestosità dei paesaggi, l’artista lavorava sempre all’esterno.
Giovanni Segantini è sicuramente uno dei artisti europei più importanti vissuti alla fine dell’Ottocento. Oggi, dopo il lungo oblio successivo alla sua morte, colui che è stato riconosciuto come uno dei grandi protagonisti dell’arte moderna viene celebrato a Palazzo Reale, a Milano, sua patria d’adozione, con una mostra odi ben 120 opere, provenienti da importanti musei e collezioni private europei e statunitensi, tra cui la Civica Galleria d’Arte Moderna di Milano ed il Museo Segantini di Sankt Moritz.organizzata dal Comune con Skira e la Fondazione Mazzotta.
“Segantini è un artista che in 20 anni ha coperto tutte le tensioni e i movimenti più intensi della fine dell’Ottocento”. Nelle parole della curatrice Annie-Paul Quinsac, si coglie il senso di una vocazione artistica che è stata fin dall’inizio totalizzante e aperta a molteplici suggestioni, soprattutto nel dialogo con la Natura. “Per lui – ha aggiunto la studiosa – naturalismo e allegoria o visione onirica sono un sola cosa, perché è da questa natura che bisogna trarre il sogno o l’emozione. E questa è un’idea che lui ha avuto da sempre”.
La bisnipote del pittore, Diana Segantini, co-curatrice della mostra, sottolinea la consapevolezza storica del lavoro del suo avo, documentato nelle diverse sezioni in mostra. “Questo percorso espositivo – ci ha spiegato – rispecchia il suo percorso evolutivo personale e ritraccia anche un percorso della storia dell’arte europea di quell’epoca”.Un percorso che dimostra quanto siano limitative le definizioni troppo rigide. “Segantini – ha concluso Quinsac – non è qualcuno che si ferma al divisionismo, prende il divisionismo quando gli serve, e infatti sarà considerato in Italia il maestro del divisionismo, però fa delle aggiunte andando alla tradizione pittorica italiana per esprimere queste cose”.
La mostra milanese sarà aperta al pubblico fino al 18 gennaio 2015.
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