La gioia di Pellè: gol al debutto in azzurro
Dopo il sofferto 2-1 di venerdì all’Azerbaigian al Barbera di Palermo, è arrivato anche il successo di misura, 1-0, a La Valletta con Malta. Gli azzurri di Conte si issano così al comando del gruppo H di qualificazione a Euro2016 a punteggio pieno, 9 punti, a braccetto con la Croazia e il neotecnico della nazionale centra il primato di primo Ct della storia azzurra a centrare quattro vittorie di fila all’esordio. La trasferta maltese è stata decisa da una rete dell’esordiente Graziano Pellè, atteso al suo debutto con molta curiosità. Fine delle buone notizie.
In realtà, a parte la bella favola dell’imponente centravanti pugliese (1,93 cm.) all’esordio a 29 anni suonati e poco conosciuto alle nostre latitudini in quanto emigrato presto all’estero dove ha fatto la felicità dei tifosi del Feyenoord in Olanda e ora del Southampton in Inghilterra, c’è ben poco da festeggiare: se con i modesti Azeri la prestazione non era stata particolarmente brillante ma, al netto della lunga teoria di occasioni mancate sottoporta e del pasticcio difensivo del momentaneo pari ospite, si era vista almeno voglia e intensità, contro l’ancor più modesta Malta, ieri sera, la squadra di Conte è parsa piuttosto abulica e paga del massimo risultato con il minimo sforzo con l’impressione che, senza la grottesca espulsione di Mifsud (poi compensata dal rosso sventolato anche a Bonucci, altra decisione discutibile)decretata dall’imbarazzante arbitro romeno Hanegan, si sarebbe potuto persino soffrire un pò. Diversi passi indietro rispetto alle prestazioni con Olanda e Norvegia del mese scorso.
I quattro legni colti dagli azzurri non modificano la sostanza delle cose: l’Italia ha giocato veramente male e non ha divertito proprio nessuno, abbandonandosi, negli ultimi minuti, anche ad un possesso palla parente stretto di una irritante “melina” a protezione dello striminzito vantaggio.
Antonio Conte striglia i suoi
Molto bene Pellè davanti, non male Pasqual fintantochè l’esterno viola è stato coinvolto nell’azione (pregevoli i suoi da uno dei quali è scaturito il gol partita), si è battuto e sbattuto con la consueta generosità Ciro Immobile, qualche guizzo nel finale lo ha regalato l’uomo degli ultimi minuti, Giovinco (per il quale perdura, comunque, la maledizione dei pali). Per il resto, poco o nulla con la squadra che ha inspiegabilmente ignorato Pasqual per quasi tutta la ripresa preferendo appoggiare sul lato opposto in attesa di invenzioni da parte di Candreva. Ma per il laziale non era proprio serata. Ha corso molto, ma con poco costrutto, il romanista Florenzi, si è visto pochino Marchisio e, soprattutto, è mancata clamorosamente una regia all’altezza da parte di Marco Verratti. Il talentino del Psg ha giocato al piccolo trotto, limitandosi ad innocui e scontati appoggi in orizzontale e facendo qualche tocco di troppo. Nessuna verticalizzazione e niente “imbucate” di prima intenzione, oltre alla nota timidezza in fatto di tentativi di tiro. Ingiudicabile l’intero pacchetto arretrato, Buffon compreso, anche se l’espulsione, comunque eccessiva, di Bonucci è stata causata da uno svarione evitabilissimo di Chiellini.
Chi si aspettava un Conte furioso in sala stampa è rimasto deluso. Se lavate di testa ai suoi ci sono state (e non nutriamo molti dubbi in proposito), il tecnico pugliese le ha riservate alle segrete stanze dello spogliatoio: pubblicamente una neanche troppo convinta difesa d’ufficio della squadra, peraltro assolta anche per la stanchezza della seconda partita in tre giorni. Al Ct, comunque, è scappata una considerazione che non suona esattamente come un complimento per questo gruppo: “Altrove sono i club a valorizzare i giocatori in vista delle convocazioni in nazionale, da noi, invece, è il contrario anche perchè, spesso, i ragazzi che chiamo non sono titolari nelle rispettive squadre“. Non male come affondo. Purchè non diventi un prematuro esercizio di smarcamento da parte del Ct.
Si tornerà in campo il 16 novembre, a S.Siro, contro la Croazia con cui ci giocheremo, con ogni probabilità, il primato nel girone, vista la modestia delle altre contendenti (Norvegia-Bulgaria 2-1, per la cronaca). E i croati si presenteranno a Milano forti di un’autentica “mattanza” ai danni di quell’Azerbaigian che quasi ci aveva costretti ad un incredibile pareggio: 6-0 il punteggio tennistico con cui la squadra a scacchi biancorossi ha liquidato la pratica. Contro di loro si comincerà a vedere di che pasta è veramente fatta la squadra di Conte.
Sigurdsson con una doppietta “” l’Olanda
Quanto alle altre partite in programma negli altri raggruppamenti, continuano a fioccare le sorprese: nel gruppo A l’Olanda, che dopo il terzo posto al mondiale non ne ha indovinata più una, ha perso 2-0 a Reykjavìk contro un’Islanda che in molti si ostinano a sottovalutare ma che, ormai da un paio di ani, è roba seria. Gli islandesi non solo hanno corsa, ma anche piedi buoni. E quasi tutti vantano anche una notevole esperienza internazionale maturata nei vari campionati continentali. Una doppietta di Sigurdsson (il primo gol su rigore causato da De Vrij) ha steso Hiddink e i suoi. Nel gruppo B, il “derby romanista” tra Pjanic e Nainggolan è terminato in parità: 1-1 tra Bosnia e Belgio ma il centrocampista belga è andato a segno. Da segnalare, poi, oltre agli stenti delle due iberiche e di altre nazionali impegnate in Brasile (come la stessa Bosnia ma anche la Svizzera), la clamorosa prima sconfitta nella propria storia patita dalla Germania con la Polonia. Anche i tedeschi, dopo il Mondiale, stanno faticando molto (prima c’erano state una vittoria molto stiracchiata in casa con la Scozia e il fragoroso capitombolo interno in amichevole con l’Argentina, nella “rivincita” del Maracanà). Una sorta di “maledizione Mondiale”. Ma non deve essere un alibi per le nostre scialbe prestazioni.
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