E’ morto domenica 30 dicembre a causa di un liposarcoma, il poeta americano di origini canadesi, Mark Strand, vincitore di prestigiosi premi tra cui il Pulitzer nel 99. Aveva 80 anni. Esponente fondamentale e protagonista della poesia contemporanea americana, Strand ha alternato con la sua scrittura opere in prosa e in versi, molte delle quali tradotte in più di 30 lingue. Nato nel 1934 a Summerside in Canada, ha vissuto per molti anni a New York dove si è spento.
La sua poesia ha saputo muoversi con disinvoltura tra ironia e pensiero meditativo, attraverso la modulazione di un verso ampio e narrativo che trae ispirazione da autori in prosa come Kafka, Borges e Calvino. Da sempre attratto dal carattere misteroso della realtà, poeta della “metafisica dell’assenza” Strand è riuscito a coniugare nella creazione della forma poetica pensiero razionale e surrealismo, realtà e sogno, in uno stile che sa essere limpido e cristallino nonostante una complessità di fondo, spesso spiazzante e dal taglio afostico.
Tra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo le due antologie Il futuro non è più quello di una volta pubblicato da Minimun Fax e L’uomo che cammina sempre un passo avanti al buio da Mondadori. Qui sotto una delle sue poesie più famose:
Tenere insieme le cose
In un campo io sono l’assenza di campo. Questo è sempre opportuno. Dovunque sono io sono ciò che manca.
Quando cammino divido l’aria e sempre l’aria si fa avanti per riempire gli spazi che il mio corpo occupava.
Tutti abbiamo delle ragioni per muoverci io mi muovo per tenere assieme le cose.
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