In Italia ci sono realtà come Latina dove è più difficile fare indagini sulla criminalità organizzata perché può capitare anche che uno dei suoi presunti esponenti abbia avuto il subappalto i servizi di ascolto e intercettazione ambientale e telefonica. Però la Commissione gestita dalla presidente Rosy Bindi e dal suo vice Claudio Fava spesso predilige perdersi in polemiche sterili come quella sul garantismo in Calabria che ha portato all’audizione del direttore del “Garantista” Piero Sansonetti.
Il caso che è, invece, stato raccontato da Michele Prestipino, procuratore aggiunto a Roma e autore materiale dell’inchiesta “Mafia capitale”, è veramente incredibile. Degno di approfondimenti immediati e approfonditi. Ed è deleterio che sia sfuggito a quasi tutti i cronisti solo perchè si trattava degli ultimi 10 minuti di un’audizione collettiva dei magistrati romani che si occupano dell’inchiesta (a partire dal procuratore capo Giuseppe Pignatone) durata quasi tre ora davanti alla Commissione antimafia presieduta da Rosy Bindi. Audizione svoltasi ieri. La vicenda è un aneddoto in pratica: quello dell’arresto di un estorsore con tanto di giubbotto anti proiettile, il quale addosso aveva una chiavetta usb contenente un decreto del gip di autorizzazione a compiere intercettazioni ai danni dei boss di una certa cosca. E nella stessa memoria ci stavano anche i primi brogliacci di un’attività investigativa ancora in corso e iniziata da poco. Una volta arrestato e identificato, questo signore aveva tirato fuori anche un finto tesserino del Mossad e altre amenità del genere. Per farla breve Prestipino ha raccontato alla Commissione antimafia che questa persona è risultata poi lavorare per una ditta che aveva le concessioni in subappalto di tutte le intercettazioni nella zona di Latina. Ha anche aggiunto che casi del genere sono già capitati in altre situazioni e in altre parti d’Italia. C’è insomma un mercato del conto terzismo delle intercettazioni che può finire in mano alla malavita organizzata e ci sono personaggi di quel tipo in grado di ascoltare la gente indagata e ostacolare di sicuro le indagini. Concentrandosi su Sansonetti e le sue campagne di stampa garantiste in Calabria, invece che su storie come quella appena narrata, l’organismo politico presieduto da Rosy Bindi non dimostra di avere capito quali siano le priorità della istituzione che oramai ha una tradizione secolare nel Parlamento italiano.
Dimitri Buffa
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