Fare la “voce grossa con la Grecia” ora che Alexis Tsipras e il suo partito hanno vinto le elezioni. Non usano mezzi termini gli analisti di Bofa – Merrill Lynch, che leggono i risultati elettorali ellenici in chiave squisitamente politica, soprattutto alla luce del progetto di quantitative easing promosso da Mario Draghi giovedì scorso.
Se Tsipras “riuscirà ad ottenere concessioni significative dalla Troika, allora ciò aumenterà la capacità di partiti di sinistra simili di ottenere sostegno” spiegano gli esperti che proseguono sostenendo che “i governo più moderati di centrosinistra di Italia e Francia potrebbero allora decidere di intraprendere una via di rilassamento fiscale e di stop delle riforme strutturali, offrendo un pacchetto di politiche alternative a quello ispirato dalla Germania, che fino ad ora ha dominato l’aggiustamento fiscale in Europa”.
Pertanto “contare su un tacito supporto della Germania per una seconda tornata potrebbe non essere possibile. Per questo l’Ue probabilmente farà la voce grossa con la Grecia, lasciando la porta aperta a qualche compromesso”.
In ogni ora che la Bce procederà all’assorbimento progressivo di emissioni di titoli di Stato “sarà estremamente difficile vedere qualche contagio” derivante dalla Grecia. Oltre al mercato obbligazionario, poi, “gli effetti di spostamento del portafoglio, che hanno supportato i mercati azionari una volta che gli investitori hanno iniziato a prezzare aggressivamente il Qe, non sono messi a rischio dagli sviluppi politici in Grecia”.
Gli analisti della banca di affari restano “ottimisti per il 2016” considerato il percorso “molto più lento per l’austerità nell’area dell’euro”. Se poi la “deviazione dal paradigma della disciplina” non sarà eccessivamente accentuata e se non verranno fatte particolari concessioni a Tsipras potrebbe essere possibile anche “lanciare un Qe2, in caso di bisogno”.
Ipotesi che, in ogni caso, rimane strettamente collegata alle riforme e alla loro attuazione. Proprio Draghi, intervenendo oggi all’Eurogruppo a Bruxelles, ha ribadito che “senza un’accelerazione delle riforme il programma di acquisti della Bce non avrà un impatto duraturo sulla crescita”.
La reazione delle borse alla vittoria di Syriza sono state differenti: a Milano il FTSE Mib perde 1,17%, cali più contenuti a Madrid (-0,41%), Londra (0,47%), Parigi (-0,33%). Chiudono con il segno più i listini di Bruxelles (+0,13%) e Zurigo (+0,43%). Significativo l’andamento di Atene, che dopo aver perso il 5% in apertura ha recuperato durante la giornata di contrattazioni.
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