Mario Draghi
È un salvagente da oltre mille miliardi di euro, quello lanciato da Mario Draghi all’economia europea. L’enormità di denaro pronta a essere immessa nel sistema economico del vecchio continente non può non destare scalpore.
Esattamente, però, cosa è il Quantitative Easing? Come funziona? Cosa ci si aspetta? Cosa cambia esattamente questa operazione?
Cosa è. Il quantitative easing, letteralmente “alleggerimento quantitativo”, è uno strumento con il quale rilanciare il meccanismo di domanda e offerta dei mercati, facendo risalire l’inflazione. Iniettando nel sistema risorse liquide vere si incentivano le banche a movimentare denaro erogandolo agli utenti finali, come le imprese.
Come funziona. Il sistema per raggiungere questo obiettivo è l’acquisto di titoli di Stato e altri strumenti finanziari da parte della Banca Centrale Europea. Per farlo, la Bce questa acquisterà dal mercato i titoli.
Effetto di questa decisione sarà il deprezzamento dell’Euro sulle altre divise, soprattutto sul Dollaro, e la riduzione dei tassi di interessi. In parte questi effetti già si sono riscontrati nel periodo antecedente l’annuncio del via libera al QE, ma i suoi effetti sono stati annullati dalla bassa inflazione, che questa manovra dovrebbe invece far risalire.
Cosa ci si aspetta. Nel corso degli anni, la Bce ha dato il via a parecchie operazioni finanziarie. Il Qe, però, agisce con risolutezza in materia di politica economica perché introduce denaro “nuovo” nel sistema. Nel caso dei TLTROs, ad esempio, la Bce ha stanziato fondi vincolati a prestiti per aziende e famiglie per 400 miliardi di euro e con scadenza a 4 anni.
Con il Quantitative Easing, la Bce diventa acquirente di beni di Stato, utilizzando risorse appositamente predisposte.
Cosa cambia esattamente questa operazione. Sostanzialmente, il QE fa crescere l’inflazione incentivando la mobilità di denaro liquido con prestiti bancari. Non solo. Dovrebbe aumentare la domanda di titoli, incrementando il mercato, grazie a una riduzione dei costi.
Riavviando quei meccanismi che al momento non fanno girare il denaro dalle banche a cittadini e imprese, si dovrebbe far ripartire l’intero sistema economico europeo: sbloccando le linee di credito e agevolando, quindi, l’accesso al denaro, si genera economia.
Decisione simile venne presa dai vertici economici statunitensi nel 2008, nel momento del collasso bancario legato alla crisi dei mutui subprime. L’allora segretario del tesoro, Henry Paulson, insieme con Ben Bernanke, capo della Federal Reserve, diede il via al Tarp – Troubled asset relief program – un imponente piano di salvataggio del sistema finanziario americano proprio allo scopo di garantire la circolazione del denaro. Piano che all’epoca ammontava a 700 miliardi di dollari, 850 con gli sgravi fiscali.
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