“Il mio pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini”. Queste le parole che il neo presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha riservato agli italiani subito dopo la sua elezione.
Una attenzione, quella alle necessità delle persone, sulla quale sembra verterà anche il discorso di insediamento che verrà pronunciato dopo il giuramento ufficiale. Secondo i collaboratori di Mattarella, infatti, il Presidente affronterà temi sentiti come il rapporto con gli italiani, i bisogni della gente, la ripresa, la coerenza internazionale.
Un atto di vicinanza diretto, che arriva all’indomani della diffusione delle stime dell’Istat secondo le quali nel dicembre 2014 si sono creati 100mila posti di lavoro nuovi, un dato “positivo” che contribuisce alla ripresa del Pil.
Si tratta di un “primo segnale” di una possibile inversione di tendenza, che fa passare la disoccupazione dal 13,3% di novembre scorso al 12,9 di dicembre.
“Al netto degli effetti di calendario – si legge nella stima diffusa dall’Istituto – il numero di ore lavorate per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) registra, rispetto a novembre 2013, una variazione nulla. L’incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni” è “in diminuzione di 5,2 ore ogni mille rispetto a novembre 2013”.
Sempre a novembre “la retribuzione lorda per ora lavorata (dati destagionalizzati) registra un aumento del 2,5% rispetto al mese precedente. In termini tendenziali l’indice grezzo aumenta del 3,0%. Rispetto a novembre 2013 la retribuzione lorda per dipendente e il costo del lavoro per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) aumentano rispettivamente del 2,3% e dell’1,7%”. Per quanto riguarda invece “la sola componente continuativa, la retribuzione lorda per dipendente aumenta, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, dell’1,2%”.
Sono numeri che restano “sorprendenti” per l’ex presidente dell’Istat Enrico Giovannini. “Non sappiamo da dove venga esattamente questo dato positivo sull’occupazione –spiega – non lo sappiamo ancora. Sono numeri aggregati. Non sappiamo se sono contratti a tempo indeterminato, contratti a tempo determinato, nuove assunzioni nei servizi o nell’industria. È una buona notizia, ma è anche abbastanza sorprendente”.
Tuttavia “anche se i segnali positivi sull’andamento del ciclo si moltiplicano” per Giovannini è “prematuro” parlare di uscita dalla crisi.
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che ha salutato queste percentuali come una “bella notizia, che fa il pari con l’aumento di 109 mila occupati rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e con la diminuzione del 6% degli interventi di Cassa Integrazione” ha ribadito, a margine della conferenza stampa di presentazione dei Corpi Civili di pace, come la priorità rimanga l’attuazione del Jobs act.
I decreti attuativi del provvedimento, soprattutto il ‘Codice dei contratti’ verrà trattato dal Consiglio dei ministri “il 20 febbraio”.
Riforme che sono e rimangono al centro dell’agenda politica del governo Renzi, anche alla luce delle nemmeno troppo celate aspettative europee, e che saranno un obiettivo primario anche del neo presidente Mattarella.
Il presidente tedesco Joachim Gauck, nelle sue “più vive felicitazioni” a Sergio Mattarella ha specificato come questo incarico sia arrivato “in un periodo in cui il Suo Paese e la comunità degli Stati europei si trovano dinanzi a grandi sfide” certo del fatto che “come Capo dello Stato riuscirà a incidere con saggezza e determinazione sul percorso di riforme intrapreso dall’Italia.
E proprio la necessità di andare avanti con le riforme, a partire da quella della legge elettorale e quella del bicameralismo paritario, sarà con ogni probabilità la cifra dell’inizio del mandato di Mattarella. L’obiettivo sarà anche quello di garantire maggiore dinamismo nei meccanismi necessari a sbloccare criticità primarie come, per l’appunto, la disoccupazione.
Il dato di fatto è che il lavoro rimane il tema sul quale si consumeranno gli attriti più forti tra governo e parti sociali.
Secondo Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, la priorità “dovrebbe essere quella di creare occupazione, dare sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria e rendere più efficienti i servizi per l’impiego. Finora l’unica cosa certa è che sarà più facile licenziare”.
Da Napoli, Susanna Camusso fa sapere che dal Cdm la Cgil si aspetta “che dopo tante promesse ci sia un intervento che porta a cancellare le riforme precarie che ci sono e che abbia il coraggio di intervenire rispetto agli stessi provvedimenti annunciati”.
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