Asili nido romani: nel tentativo di rimpinguare le casse comunali, svuotate dal sindaco Marino con la politica dissennata delle consulenze a gogò, la giunta capitolina ne aveva deliberato a fine luglio l’aumento delle rette mensili oltre ad avere cancellato la gratuità per il terzo figlio.
Tale decisione oltre a non essere piaciuta a tutti coloro che dal mese di settembre erano chiamati a corrispondere il 15,5 per cento in più del costo sostenuto solo un mese prima, aveva eletto il consigliere Gianluigi de Palo, ex assessore alle politiche per la famiglia e la scuola nella giunta Alemanno, paladino della “protesta dei passeggini“, quella che ha riempito, il 4 ottobre scorso, la piazza in cima al colle capitolino con migliaia di passeggini.
Ieri sera è arrivata la decisione della II sezione del Tar del Lazio, che accogliendo il ricorso di 200 famiglie, appoggiato dal Codacons, ha annullato gli aumenti delle tariffe per gli asili nido comunali per l’anno scolastico 2014-2015. I genitori si erano rivolti al Tar per lamentare il fatto che, a iscrizioni già perfezionate, la giunta capitolina aveva rideterminato le tariffe aumentandole e abolendo l’esenzione per il terzo figlio.
Per il Tar, si legge nella sentenza: “deve ritenersi l’illegittimità della delibera con cui, una volta perfezionatosi il procedimento di iscrizione agli asili nido comunali, vengono introdotte modifiche tariffarie più gravose per gli utenti i quali, al momento del perfezionamento dell’iscrizione, hanno fatto affidamento sull’applicazione delle tariffe vigenti all’epoca conosciute e conoscibili”. Secondo i giudici amministrativi, poi, la revisione delle tariffe nella parte in cui le stesse vengono disposte anche che l’Anno educativo 2014-2015, “si traduce in una lesione dell’affidamento legittimamente riposto dai ricorrenti nella permanenza degli unici costi conosciuti e conoscibili di fruizione del servizio richiesto e accettato, e, più in generale, delle regole di imparzialità, correttezza, lealtà dei comportamenti e buona fede”.
Soddisfatto il Codacons secondo il quale a causa del provvedimento annullato dal Tar “tutti i genitori che hanno pagato tariffe maggiorate hanno diritto al rimborso delle maggiori somme versate. Il Comune dovrà quindi restituire in automatico gli incassi frutto degli aumenti illegittimi, e la nostra associazione è pronta a fornire in tal senso assistenza ai genitori”, scrive in una nota.
«Questa è una vittoria di Davide contro Golia – ha commentato De Palo – le famiglie hanno dimostrato che, compatte e concrete, possono vincere contro tutti e anche contro le ingiustizie del sindaco, che non ha a cuore le sorti delle famiglie della sua città. Ora dobbiamo restare uniti per abbassare le tariffe. Abbiamo già costituito un tavolo con alcuni genitori e abbiamo elaborato una serie di modifiche alle proposte del Comune che tengano conto del quoziente familiare».
Vinta la prima battaglia, però, mamme e papà sono ora costretti a rimboccarsi le maniche per un’altra sfida: i genitori di 160 nidi comunali romani sono riusciti, in dieci giorni, a collegarsi tra loro e arrivare, con i loro esposti e le loro diffide, fino ai tavoli dell’amministrazione capitolina. Bersaglio da colpire è la delibera 236/2014, entrata in vigore lo scorso 7 gennaio. In base a essa, non vengono più inviate supplenti in sostituzione della prima assenza delle educatrici, neanche in caso di soprannumero. Una delibera che non piace a genitori ed educatrici, perché colpisce al cuore quel rapporto adulto/bambino che, specialmente in presenza di bimbi molto piccoli, non dovrebbe superare il rapporto di uno a sette.
La mamma-avvocato che ha redatto la diffida a Roma Capitale, Valentina Paiella, critica il nuovo modello organizzativo, entrato in vigore di recente, perché «mortifica il servizio riducendo i nidi a un luogo arido e potenzialmente lesivo del diritto alla salute dei bambini».
I genitori hanno il dovere di tutelare i figli anche a costo di intraprendere battaglie legali. E, fortunatamente, quando la ragione è dalla loro parte, come nel caso dell’aumento delle rette, gli viene riconosciuto. Attendiamo dunque fiduciosi la prossima sentenza della Giustizia amministrativa regionale.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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