Chirurgia plastica per correggere difetti congeniti o successivi a traumi. Chirurgia plastica, o più propriamente estetica, laddove c’è da rimodellare un naso funzionale ma imperfetto, delle labbra poco carnose, un seno troppo piccolo o troppo grande, oppure cancellare i segni inesorabili del tempo. Chirurgia osannata la prima, da demonizzare la seconda?
Contro la ricerca della bellezza ‘a ogni costo’ si è espresso il cardinale Gianfranco Ravasi, riportando la definizione di chirurgia estetica contenuta nel documento preparatorio per la plenaria del Pontificio Consiglio della cultura dedicata ai saperi femminili: è come un «burqa di carne» per le donne. L’affermazione è un’accusa precisa all’estetica imperante dove i modelli di bellezza e gioventù costringono le donne a rifarsi i connotati, a modificare i volti segnati dall’età, a omologarsi e a nascondersi sotto una «maschera» di plastiche.
«Ci sarà una consulta femminile all’interno del Pontificio consiglio per la cultura che amplierà i lavori di questi giorni sui sapere femminili». L’annuncio del cardinale Gianfranco Ravasi arriva durante la conferenza stampa di presentazione dell’assemblea plenaria del dicastero che si apre domani, 4 febbraio, con un evento al teatro Argentina, a Roma, ed ha come tema ha come tema le Culture Femminili: Uguaglianza e Differenza. Tra le quattro sessioni di lavoro c’è quella dedicata al corpo femminile: tra cultura e biologia. E partendo proprio dal presupposto che il corpo esprime l’essere di una persona, più che una dimensione estetica fine a se stessa, il dibattito si è concentrato su un punto del documento preparatorio dell’assemblea – che si svolgerà a porte chiuse – che definisce la chirurgia estetica «un burqa di carne».
Curioso il fatto che come testimonial di quest’assemblea plenaria, alla cui apertura mancano ornmai poche ore, sia stata scelta Nancy Brilli, grande esperta di chirurgia estetica non soltanto per averne fatto più volte ricorso ma anche perché coniugata ad un chirurgo plastico di fama, Roy De Vita. L’attrice ha replicato al cardinale Ravasi e alla sua definizione estrema:
«Le donne cercano di omologarsi per essere accettate. Non capisco perché demonizzare se uno non si sente a suo agio e poi dopo l’operazione sta meglio. Se si tratta di diventare come si desidera e non di seguire uno standard imposto dall’esterno – ha replicato la Brilli – Sono molto coinvolta, stando insieme ad un chirurgo plastico che si occupa prevalentemente di ricostruzione post-cancro. Definire la questa chirurgia ‘nuovo burqa’ dipende dal fatto che le donne cercano molto spesso di omologarsi a un modello per essere accettate. Se uno altera la fisionomia con cui viene al mondo nella quale si sente a disagio, invece, non capisco perché debba essere demonizzato e criticato: se sta meglio, dov’è il danno? Non lo capisco. Se invece si tratta di diventare come una donna debba essere, quello è terribile, in quel senso è burqa: ‘tu non puoi essere come sei devi essere come decido io’».
Entusiasta dell’incontro con papa Francesco e incurante delle critiche ricevute, in particolare in America, per il suo video girato per la plenaria del Pontificio consiglio della cultura dedicata ai saperi femminili: l’attrice Nancy Brilli è intervenuta ieri in sala stampa vaticana alla conferenza stampa di presentazione della plenaria, che si chiuderà il 7 febbraio, spiegando che le donne che hanno partecipato al progetto sui saperi femminili “non vogliono certo fare i cardinali”. Un intervento a 360 gradi sul ruolo femminile: essere “‘multitasking’ per una donna che lavora – ha tra l’altro detto – come si dice a Roma può essere una ‘sola’ (fregatura, ndr)”.
«Io ho fatto questo video con gradissimo piacere – ha detto ancora l’attrice – sono contenta della apertura da parte del Vaticano e di papa Francesco, e della lungimiranza del cardinale: era una occasione che non si poteva perdere. Come donna, professionista, madre, sento che è la prima volta in cui viene chiesto il nostro parere, non si sa quali ruoli ci saranno poi, bisognerà forse inventarli, sta di fatto che prendere parte a questo lavoro ritengo sia stato importante per tutte noi, ognuna con il suo apporto».
Il video ha suscitato – come ha spiegato il card. Ravasi – alcune reazioni negative per la parte in cui la Brilli ha invitato le donne a inviare foto video per contribuire al dibattito per la plenaria, «soprattutto in area anglofona, Canada e Stati Uniti e qualcosa in Australia”, ha detto Ravasi, “abbiamo ritirato la versione inglese e lasciato quella in italiano”. Le “reazioni”, ha detto il porporato, sono state come sempre di doppio segno, “nella mia esperienza – ha aggiunto – ci sono sempre le reazioni entusiaste e quelle di chi ci vede invece come sostenitori di Satana». Il cardinale Gianfranco Ravasi si è trovato comunque piuttosto in difficoltà a difendere una affermazione così forte come paragonare la chirurgia estetica a quella sorta di copertura totale, usata nel mondo islamico, che lascia a mala pena inbtravedere gli occhi di una donna. Anche se, in qualità di capo del dicastero, è stato proprio lui a firmare il documento preparatorio all’assemblea plenaria, il cardinale ha cercato di recuperare definendo il grande ricorso alla chirurgia plastica “un aspetto interessante” della cultura di oggi e rivelando di aver personalmente studiato il problema in una prospettiva particolare, quello della medicina sportiva, che può farvi ricorso per “favorire la prestazione muscolare” evitando “il doping tradizionale”. “In questi casi si tratta – ha ammonito Ravasi – di un intervento anche sulla struttura psicologica della persona. E la cosa in futuro andrà ben oltre, il discorso sarà molto più drammatico”.
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