Atene non recede. Dopo la decisione della Bce di non accettare più i titoli del debito pubblico di Atene a garanzia dei prestiti, chiudendo quindi l’accesso alle normali aste di liquidità, il neo governo Tsipras risponde con chiarezza che perseguirà “l’obiettivo del programma di salvezza nazionale approvato dal voto del popolo greco”. Il ministro Varoufakis, dalla sua, apre le porte alla via della trattativa con la Ue affermando di lavorare a un “programma ponte fino a fine maggio” e ricavare spazi di manovra con Bce e Fondo monetario.
Restano, in ogni caso, le distanze e le perplessità che già si erano delineate subito dopo il voto che ha portato Syriza al governo.
Al termine dell’”lungo e intenso” incontro avuto con Varoufakis, il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha dichiarato “Ci siamo accordati sull’essere in disaccordo”. “Non ho potuto nascondere il mio scetticismo – ha dichiarato – visto che alcune delle misure proposte non vanno nella giusta direzione”. La Grecia deve “lavorare con il Fondo monetario internazionale, la Bce e la commissione europea”.
Varoufakis, dalla sua fa sapere che “la Grecia resta un paese dell’area euro” anche se Atene “ha bisogno del supporto politico, tecnico e morale dei suoi partner europei”. “In passato la Grecia ha trattato i problemi di insolvenza come se fossero problemi di liquidita’ e le riforme come se fossero solo foglie di fico” aggiunge specificando anche che non si è parlato di “taglio o allungamento del debito”.
Durante la riunione del gruppo parlamentare, il premier Tsipras ha affermato che “la democrazia greca non intende ricattare nessuno e non puo’ essere ricattata”. “Non chiediamo né compassione, né supervisione – ha aggiunto – abbiamo le nostre proposte, chiediamo tempo e anche l’Europa ha bisogno di tempo”.
“L’austerità – ha proseguito ancora Tsipras – non governa l’Europa. Noi lavoriamo per smontare lo status quo europeo che richiede più austerità e meno democrazia”.
Ripercussioni del confronto tra Germania e Grecia si hanno avuti su tutta l’area euro. Nichi Vendola, leader di Sel, ha definito quello della Bce un “vero e proprio ricatto”. “Non si puo’ uscire dalla crisi continuando a falcidiare i diritti delle persone”.
Il premier Matteo Renzi ha definito la decisione della Banca centrale europea “legittima e opportuna, dal momento che mette tutti i soggetti in campo attorno a un tavolo in un confronto diretto e positivo per una Unione che – andando oltre una concezione burocratica tutta rivolta alla austeritá – sia capace di rispettare e far rispettare gli impegni presi e di guardare con maggiore fiducia e determinazione a un orizzonte europeo fatto di crescita e investimenti”. Posizioni contestate da Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, che dal suo account Twitter replica al premier “@matteorenzi: “Decisione della Bce e’ legittima e opportuna”. #Renziservo! La decisione della #Bce e’ completamente inopportuna e sbagliata!” e annuncia per domani una manifestazione “contro la dittatura dei banchieri”sotto la sede di Bankitalia.
Pesanti le ripercussioni del dibattito economico sul mercato greco, ma anche in altre piazze europee. La Borsa di Atene chiude in deciso ribasso, con l’indice Ase che cede il 3,37% dopo il crollo in apertura a -9%. Giù anche i bancari: Piraeus Bank segna -14,9%, Attica Bank -12,9% e National Bank of Greece -12,3%. Negative anche le chiusure di Milano (-0,59%) e Francoforte (-0,05%).
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