L’ISIS uccide e brucia 45 prigionieri

L’ISIS avrebbe ucciso 45 prigionieri bruciandoli vivi. L’orribile esecuzione di massa sarebbe avvenuta nella località di al-Baghdadi, in Iraq. Lo riferisce la BBC, citando il capo della polizia locale, il colonnello Qasim al-Obaidi.

La città di al-Baghdadi si trova nel governatorato iracheno di al-Anbar, circa 200 km a ovest della capitale Baghdad. Fino a giovedì, quando è stata conquistata dai jihadisti dopo mesi di assedio, era una delle poche località del governatorato a rimanere sotto controllo governativo.

Al-Obaidi ha poi chiesto l’aiuto della comunità internazionale per rompere l’assedio dell’ISIS a un complesso residenziale, che ospita 1200 famiglie, in maggioranza di soldati, poliziotti e impiegati statali.

Una fonte della sicurezza locale fornisce una versione diversa: i circa quaranta prigionieri sarebbero stati giustiziati in una piazza e solo in un secondo momento i loro corpi sarebbero stati dati alle fiamme. Le vittime, aggiunge la fonte, sarebbero membri delle forze di sicurezza locali e miliziani filogovernativi del Consiglio di Salvezza.

In precedenza, Sabah Karhut, Presidente del Consiglio provinciale di al-Anbar, aveva dato la notizia del sequestro e dell’uccisione di 27 agenti di polizia i cui corpi sarebbero stati gettati nell’Eufrate.

Nelle immediate vicinanze di al-Baghdadi si trova la base aerea militare di Ayn al-Asad, una delle più importanti nell’Iraq occidentale, dove 320 marines USA si occupano della formazione della settima divisione dell’esercito regolare iracheno.

La base aerea è stata attaccata dai jihadisti venerdì, ma il loro assalto è stato respinto con l’assistenza dell’aviazione: lo ha affermato il portavoce del Pentagono, l’ammiraglio John Kirby.

Il 3 febbraio scorso, l’ISIS aveva pubblicato il video dell’uccisione del pilota giordano Muaz al-Kasasbeh, rinchiuso in una gabbia e bruciato vivo.

Filippo M. Ragusa