Non occorre avere tessera di partito o iscrizione ad una sigla sindacale. Nè, tantomeno, un pezzo di carta che attesti una provata fede cattolica. Per accedere al ‘Prestito della speranza‘, il microcredito che dal 2009, con accordo Associazione Istituti Bancari – Conferenza Episcopale Italiana, ha erogato 4.500 prestiti alle famiglie italiane per un ammontare di 26 milioni di euro, basta avere i requisiti richiesti, rivolgersi ad una sede locale della Caritas o alle banche aderenti all’iniziativa e riempire la modulistica per la richiesta di finanziamento a tasso agevolato.
Oggi per il ‘Prestito della speranza’ inizia la fase 3.0, con un rilancio di questo finanziamento non solo alle famiglie ma anche a piccolissime imprese o nuove iniziative imprenditoriali in grado di creare opportunità di investimento e nuovi posti di lavoro.
Entra quest’anno nella rosa degli Istituti di Credito preposti all’erogazione del microcredito il Gruppo Intesa San Paolo che, attraverso la sua Banca Prossima, come ha spiegato il cardinale Angelo Bagnasco alla presentazione dell’iniziativa che è stata rilanciata ieri a Roma, nella Sala Marconi della Radio Vaticana, “erogherà quadriplicato il fondo di garanzia di 25 milioni di euro messo a disposizione dalla Cei”.
La crisi economica persiste anche se c’è qualche piccolo segnale incoraggiante. La “fase 3.0” del ‘Prestito della speranza’ . che ha un unico obiettivo: erogare più credito alle famiglie, favorire il finanziamento di microimprese per creare nuovi posti di lavoro – parte lunedì 2 marzo. Da domani sarà riproposto su tutto il territorio nazionale, nelle filiali specializzate del Gruppo Intesa San Paolo, con la collaborazione di 300 volontari, ex dipendenti dell’Istituto bancario, che ascolteranno, dopo aver ricevuto le segnalazioni da parte delle diocesi italiane, i richiedenti.
Il Prestito si articolerà in due forme di credito: il ‘credito sociale’ per le famiglie disagiate, con un importo massimo di 7.500 euro erogato in sei rate bimensili da 1.250 euro ciascuna, come forma di sostegno al reddito, e “Credito fare impresa”, destinato alle microimprese a bassa capitalizzazione o di nuova costituzione, con un prestito erogato in unica soluzione dell’importo massimo di € 25.000. Particolare attenzione verrà rivolta ai giovani under 40. I tassi applicati, che si avvalgono del funding Bce e della garanzia assicurata dalla Cei, sono fissi e pari al 2,50% per i prestiti erogati alle famiglie, con una rata mensile media indicativa di 138 euro e al 4,60% per le microimprese, con una rata/mese stimata in 468 euro. La durata del prestito è di complessivi 6 anni di cui 5 di ammortamento che decorre dopo 12 mesi dall’erogazione.
Fermo restando che, come ha sottolineato il cardinale Bagnasco, sono i “responsabili della cosa pubblica” i soggetti deputati ad interessarsi anche dei problemi sociali e, quindi, provveder a risolvere il pesantissimo problema della disoccupazione (il tasso degli occupati in Italia, anche se ha avuto nell’ultimo trimestre 2014 un leggerissimo rialzo, è ancora troppo basso rispetto alla media europea: 55,6% contro il 64,1%), questa formula di prestito di denaro ad interesse minimo, proposta da Abi-Cei, si configura come una ciambella di salvataggio cui famiglie e piccole imprese possono aggrapparsi per superare la crisi. Un mezzo di soccorso forse un po’ troppo piccolo per i tempi attuali, ma la speranza che deve accompagnarci anche nel credere, una volta superati i problemi personali, si possa essere d’aiuto a coloro che ancora navigano in acque difficili.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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