Sfuma al Senato la possibilità di adottare un bambino da parte di un genitore single che ne sia già affidatario. L’Aula di Palazzo Madama dà il via libera al ddl sulle adozioni praticamente all’unanimità, con 197 sì, ma le persone che vivono sole non avranno la possibilità di adottare un minore. Per loro affidamento e adozione restano due percorsi diversi e distanti: solo le coppie sposate, terminato l’affido, potranno richiedere l’adozione del minore.
Per evitare divisioni nel Pd e nella maggioranza, la senatrice Dem Francesca Puglisi ha ritirato la sua proposta contenuta in un emendamento al ddl sull’adozione da parte delle famiglie affidatarie. La Puglisi lo trasforma in odg ma è costretta a rinunciare anche a quest’ultima formulazione per via della contrarietà del centrodestra.
“Si tratta – ha detto il presidente della commissione Giustizia Francesco Nitto Palma – di affidamento e adozione in presenza di coppie non sposate e non necessariamente di sesso diverso. Quindi si chiede sostanzialmente al Governo di valutare l’opportunità di assumere le iniziative dovute per consentire l’affidamento e l’adozione di bambini inseriti in coppie non eterosessuali“.
L’emendamento della senatrice Puglisi chiedeva di equiparare i diritti dei bambini affidati ai single a quelli affidati alle famiglie sposate. “L’intento – spiega – non era aprire a scorciatoie per l’adozione dei single, ma piuttosto equiparare i diritti dei bambini che vanno in affido familiare a single, come già la legge permette di fare (e meno male!), perché l’affido familiare, legato alla disponibilità delle persone, negli ultimi cinque anni è calato del 16 per cento”.
“Abbiamo ancora oltre 14.000 bambini che vivono in comunità di tipo familiare, che comportano altro genere di attenzione e cura alla crescita di bambini e bambine – aggiunge l’esponente Pd -. Quindi, si tratta di equiparare i diritti dei bambini che un tribunale e i servizi sociali decidono di dare in affido ad un single a quelli dei bambini che un tribunale e i servizi sociali hanno invece affidato a famiglie regolarmente sposate. Di questo stiamo parlando con la legge in esame: il diritto dei bambini all’integrità della propria storia, all’integrità dei propri affetti. Con il provvedimento in esame l’affido familiare continua a essere un istituto distinto rispetto a quello dell’adozione. Crediamo tuttavia che un bambino non possa essere ‘candeggiato’ dai propri affetti, da quegli affetti che lo hanno aiutato a crescere nella vita”.
Il testo passa ora alla Camera.
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