Diciassette cassette audioregistrate, scoperte nel 1978 dai Carabinieri nel covo delle Brigate Rosse di via Gradoli, a Roma, il cui contenuto non è mai stato messo agli atti, sono state ritrovate e acquisite dalla Commissione parlamentare d’inchiesta che si occupa del caso Moro.
Lo ha annunciato il deputato PD Gero Grassi, componente della Commissione.
A ritrovare le cassette, rimaste quasi 37 anni fra il materiale acquisito ai tempi del blitz a via Gradoli, è stata la dottoressa Antonia Giammaria, magistrato distaccato presso l’organismo parlamentare.
Le cassette erano incluse nell’inventario fatto subito dopo la scoperta, ma non esistono verbali che ne documentino il contenuto.
L’elenco, inoltre, parla di diciotto cassette: ne mancherebbe dunque una all’appello.
Il materiale è stato preso in consegna dalla Commissione, che nei prossimi giorni lo consegnerà ai RIS per valutarne la rilevanza ai fini delle indagini.
Non è escluso che l’esame dei nastri possa fare luce su alcuni dei tanti punti oscuri della vicenda, ad esempio gli interrogatori ai quali i brigatisti sottoposero l’allora presidente della DC durante i 55 giorni della sua prigionia.
Il 1° ottobre 1978, alcuni mesi dopo l’assassinio di Moro, i Carabinieri del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa scoprirono le trascrizioni dattiloscritte di quegli interrogatori nella perquisizione del covo BR di via Monte Nevoso a Milano.
Una stesura diversa delle trascrizioni fu ritrovata solo nel 1990, contenuta in una borsa murata nello stesso appartamento, durante lavori di ristrutturazione.
Oltre a centinaia di pagine tra lettere e disposizioni testamentarie, la borsa conteneva le fotocopie delle trascrizioni degli interrogatori; una perizia calligrafica stabilì che tutto quel materiale, ribattezzato Memoriale Moro, era stato scritto di suo pugno dallo statista.
I brigatisti hanno sempre sostenuto di aver dato alle fiamme i nastri originali e le loro prime trascrizioni, cosa che ha reso difficilissimo ricostruire la reale dinamica degli interrogatori.
La versione del memoriale pubblicata nel 2001 è stata realizzata dagli inquirenti assemblando e integrando le due stesure finora note.
Questo ritrovamento rilancia alla grande i dubbi e le perplessità avanzate da ambienti politici e magistratura sull’inchiesta relativa al rapimento e all’uccisione di Moro.
Adesso non resta che attendere gli sviluppi di nuove indagini che potrebbero partire dalla stessa Procura generale di Roma, competente per territorio rispetto ai fatti accaduti e agli ultimi clamorosi ritrovamenti.
Filippo M. Ragusa
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