Bufera su Dolce e Gabbana, il D&G italiano molto noto nel mondo della moda. Questa volta non sono problemi legati alla finanza, a dichiarazioni reddituali che non corrispondono a verità, a portarli sulle pagine dei giornali, ma la loro idea di famiglia. Tradizionale: un papà, una mamma e la loro prole.
Loro, due uomini gay dichiarati, in un’intervista rilasciata al settimanale Panorama si schierano contro la fecondazione eterologa quando si tratti di persone dello stesso sesso. Lo fanno prendendo di mira un altro vip, una superstar della musica, Elton John. Omosessuale anche lui, sposato da dieci anni con il suo compagno di vita David Furnish, ha due figli. Per averli è stata presa in affitto una donna, i suoi ovuli e il suo utero. Stessa madre surrogata per Zachary ed Elijah, che non sapranno mai se non vorranno da grandi richiedere l’esame del proprio DNA, quale spermatozoo, se di Elton o di David, li abbia generati in una provetta di vetro. Ma sono pur sempre due “meravigliosi bambini”! Lo conferma lo stesso Elton John, di rimando alle dichiarazioni di Stefano Dolce e Salvatore Gabbana che avevano definito i suoi “figli sintetici”. I due stilisti, nell’intervista sulla loro visione della famiglia nonostante la loro omosessualità ed il loro rapporto sentimentale, avevano precisato:
Non l’abbiamo inventata mica noi la famiglia. L’ha resa icona la Sacra famiglia, ma non c’e’ religione, non c’e’ stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre. O almeno dovrebbe essere cosi’, per questo non mi convincono quelli che io chiamo figli della chimica, i bambini sintetici
Oltre Manica la pop star che per i funerali di Lady Diana ha composto “Goodbye England’s rose”, non ha accolto benevolmente queste dichiarazioni e si è letteralmente scagliato contro i due stilisti. “Come vi permettete di definire i miei bambini ‘sintetici’”, ha scritto su Instagram. “Vergognatevi per aver puntato i vostri ditini giudicanti contro la fecondazione in vitro – un miracolo che ha consentito a legioni di persone che si amano, etero ed omosessuali, di realizzare il loro sogno di avere figli. Il vostro pensiero arcaico non è al passo coi tempi, proprio come il vostro stile. Non indosserò mai più un vestito di Dolce e Gabbana”.
Le esternazioni di D&G hanno fatto (Panorama porta la data del 12 marzo) e continuano a fare rumore. Il post di Elton John ha avuto un seguito di migliaia di “like” e di commenti. E’ iniziata così la campagna di boicottaggio delle due firme tra le più prestigiose del Made in Italy. Tra le più convinte adesioni quella della rockstar e attrice americana Courtney Love: “Ho appena raccolto tutti i miei vestiti Dolce & Gabbana, li voglio bruciare. Non ho parole. Boicottiamo la bigotteria insensata!”, scrive la vedova di Kurt Cobain su Instagram, riproponendo copertine di riviste in cui i due stilisti esprimevano “il desiderio di essere padri” ed esortavano a mettere “via la famiglia (tradizionale)”. Sopra le due copertine, la scritta “Volta & Gabbana”.
C’è anche Francesca Pascale, compagna del leader di Forza Italia ed ex premier Silvio Berlusconi, che si schiera contro tra Dolce e Gabbana. La Pascale da tempo porta avanti una campagna di sensibilizzazione a favore dei diritti degli omosessuali, l’anno scorso fece molto rumore la sua scelta di tesserarsi, in modo simbolico, all’Arcigay di Napoli.
Ma le critiche arrivano non solo dalle celebrità. Infatti il popolo del web è insorto condividendo l’ hashtag #BoycottDolceGabbana. Contrario al boicottaggio e anzi più vicino al pensiero degli stilisti è invece il Segretario Federale della Lega Nord Matteo Salvini, che su Twitter scrive: “Un 27enne single e gay a Londra è diventato papà grazie all’utero in affitto di sua madre. “Progresso”? Per me è solo follia ed egoismo”. Mentre Giorgia Meloni,co-fondatrice del partito Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, si chiede preoccupata: «Dolce e Gabbana si dichiarano contrari alle adozioni gay. Ora daranno degli omofobi anche a loro?»
S
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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