L’ora legale scatta domenica notte. Alle ore 02,00 del 29 marzo 2015, come sempre l’ultima domenica del terzo mese dell’anno – e per tutti i Paesi dell’Unione Europea è uguale – le lancette dell’orologio dovranno avanzare di un’ora, regalandoci un’ora in più di luce. Un’ora in meno di riposo, è vero, un po’ di sconbussolamento inizialmente per i pasti e per il riposo serale, a fronte del grande vantaggio, per le proprie tasche e per l’ambiente, di consumare meno energia elettrica.
Un’ora in meno di riposo, l’abbiamo detto, ma sappiamo per averlo vissuto già altre volte che il disagio si compensa facilmente. Anche se non per tutti è così. Lo spostamento delle lancette un’ora avanti porterà, infatti, secondo gli esperti dell’Università La Sapienza di Roma, oltre 9 milioni di persone a provare un aumento del senso di fatica e dell’irritabilità, la comparsa di emicrania e insonnia. Oltre il 15% della popolazione soffrirà quindi per alcuni giorni di notevoli disagi dal punto di vista del benessere fisico ed emotivo. I sessanta minuti di sonno in meno saranno quindi estremamente deleteri per la salute degli italiani e gli effetti negativi colpiranno sia i “gufi”, le persone serotine che prediligono coricarsi alle ore piccole, sia le “allodole”, i mattutini che amano godersi le prime ore di luce del giorno. Secondo lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, ad influire sui processi fisici e mentali è la cronobiologia, una branca della biologia che studia i fenomeni ciclici negli organismi viventi e il loro adattamento ai relativi ritmi solare e lunare: “Le attività ormonali e cerebrali che regolano il sonno e le malattie dell’umore son contraddistinte da una ritmicità periodica, determinata dal susseguirsi dei giorni, delle stagioni e degli anni. A dimostrare questo processo esistono molte teorie derivate da evidenze scientifiche, che indicano la depressione come malattia tipica dei ritmi biologici. L’alterazione dei fenomeno ciclici interviene sui meccanismi che generano la sindrome depressiva, fatta infatti non solo di male di vivere, pessimismo, sensi di colpa e apatia ma anche di sintomi più fisici più intuitivamente riconducibili ai ritmi circadiani come insonnia e inappetenza, con un’oscillazione della gravità della sintomatologia nel corso della giornata”.
Ripercorriamo la storia delle lancette spostate indietro
L’espediente dell’ora legale non fa che riprodurre, almeno in parte, l’antico spostamento dei bioritmi dei contadini che si alzavano sempre all’alba seguendone inconsciamente il progressivo anticipo in primavera o ritardo in autunno.
Già nel 1784 Benjamin Franklin, l’inventore del parafulmine, pubblicò sul quotidiano francese Journal de Paris le sue riflessioni di Franklin sul principio di risparmiare energia ma non trovarono seguito. Oltre un secolo dopo, nel 1907, l’idea venne ripresa dal costruttore inglese William Willett, e questa volta trovò terreno fertile nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla Prima guerra mondiale: nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. Molti paesi imitarono la Gran Bretagna in quanto in tempo di guerra il risparmio energetico era una priorità.
I vantaggi. Lo scopo dell’ora legale è quello di consentire un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica. L’ora legale non può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente “sprecate” a causa delle abitudini di orario. Se facciamo l’esempio di una persona che dorme ogni giorno dalle 23 alle 7, d’estate il sole sorge ben prima delle 7, e quindi utilizzando l’ora legale è possibile sfruttare l’ora di luce dalle 6 alle 7 e ritardare di un’ora l’accensione della luce elettrica alla sera.
Sull’energia non consumata in senso totale per il nostro Paese, alcuni dati ormai un po’ vecchi (periodo 2004-2007), ma sempre validi per avere una idea del risparmio generale, stimano in 2,5 miliardi di kilowattora, per un controvalore di 300 milioni di euro, il risparmio dovuto all’adozione dell’ora legale in un periodo di tre anni.
Da un sondaggio condotto dal Codacons risulta che gli italiani sono solo per la metà (%=%) favorevoli all’introduzione dell’ora legale. La stessa inchiesta ha tuttavia rilevato che la maggior parte degli intervistati è a favore dell’abolizione dell’ora solare. Questa soluzione comporterebbe l’utilizzo dell’ora legale tutto l’anno, eliminando i fastidi legati al cambio di ora. Il problema subentrerebbe però d’inverno, con meno ore di luce a disposizione: uno slittamento in avanti di alba e tramonto potrebbe fornire sì un’ora di luce in più alla sera, ma anche una in meno ogni mattina, mentre le attività umane continuerebbero a svolgersi con lo stesso orario.
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