Papa Francesco
Si e’ svolta al Colosseo romano, come di consueto la Via Crucis che ogni venerdi’ santo rievoca il percorso di Gesù’ fino alla cima del monte Golgota , luogo dove fu issata la croce che gli diede la morte. Per i terzo anno consecutivo Papa Francesco,
“In Te, Divino Amore, vediamo ancora oggi i nostri fratelli perseguitati, decapitati, crocifissi per la loro fede in Te, sotto i nostri occhi e spesso con il nostro complice silenzio”, ha sottolineato il Pontefice al termine del percorso fino alla 14ma stazione, durante il quale la croce e’ stata portata da siriani, iracheni e cinesi, rappresentanti delle nazioni dove la persecuzione dei cristiani prosegue ancora oggi, anzi e’ piu’ forte di prima. Mentre vengono lette le parole del vescovo Corti sui cristiani perseguitati, nella Vi stazione la Croce e’ affidata a due suore domenicane irachene. La VIi coinvolge la Siria, l’VIII la Nigeria, la IX l’Egitto, la X la Cina, alla XII due suore missionarie italiane, alla XIII due frati della Custodia di Terra Santa. La riflessione proposta dal vescovo emerito di Novara ed ex ausiliare del cardinal Martini, ha passato in rassegna le sofferenze degli innocenti “feriti dalla solitudine, dall’abbandono, dalla malattia”. “Nella sofferenza del Dio fatto uomo c’e’ quanto, oggi, viene ferito da odio, falsita’ o cuori di pietra”. Ma “Cristo crocifisso e vittorioso – dichiara Papa Francesco a conclusione della cerimonia – La Via Crucis è l’icona della Tua obbedienza al Padre. La realizzazione del Tuo infinito amore per noi”.
Il Papa ha chiesto anche di potere mantenere “un ricordo vivo del Tuo volto sfigurato per non dimenticare l’immane prezzo che hai pagato per liberarci”. Un prezzo altissimo, come quello che hanno pagato le ultine 147 vittime in Kenia, ragazzi uccisi mentre pregavano. Una strage che i terroristi islamici al Shebaab legati ad al Qaeda, minacciano non sara’ l’unica dopo quella all’universita’ di Garissa dove giovedi’ hanno ucciso 150 studenti cristiani. Gli Shebaab, che da anni hanno preso di mira il Kenya per l’intervento armato in Somalia delle truppe di Nairobi, hanno avvertito che le citta’ keniote diventeranno “rosse di sangue” e sara’ “un guerra lunga e orribile”. “Nessuna precauzione o misura di sicurezza (che sara’ adottata dalle autorita’ keniote, ndr) sara’ in grado di garantire la vostra sicurezza”.
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