Marino, gradimento in caduta libera

Il consenso per il sindaco di Roma, Ignazio Marino, è in caduta libera. Lo testimonia l’annuale tabella del Sole 24 Ore sul gradimento degli amministratori delle città, pubblicata sul numero del quotidiano economico in edicola oggi: il suo nome compare solo all’82° posto, nella classifica che elenca 100 comuni italiani. Rispetto alla passata edizione di Governance Poll, il sondaggio realizzato da Ipr Marketing, il primo cittadino della Capitale ha perso 14,4 punti percentuali, quando godeva  – il periodo era quello successivo alla sua elezione a sindaco – del 63,9% di consensi.

Il giudizio su Marino, che scende dunque sotto la soglia del 50% di gradimento, significa per Dario Rossin, vice capogruppo Forza Italia in Campidoglio, “che Marino è riuscito nella difficile impresa di essere inviso a un romano su due in meno di due anni di mandato. I cittadini non dimenticano affittopoli, la vicenda della Panda rossa, le simulazioni, gli scandali e le bocciature del Tar”.

“Questo è ciò che, inevitabilmente, si ottiene quando si commette l’errore di considerare i cittadini malati da curare, anziché persone da ascoltare e rappresentare”, fa notare il vice coordinatore regionale del Lazio di Forza Italia, Giordano Tredicine, commentando il sondaggio annuale di Ipr Marketing.  “Mi chiedo cosa possano aver combinato di così grave i 18 sindaci sotto di lui in classifica” aggiunge Tredicine.

Per il suo avversario nella campagna per l’elezione a primo cittadino nel 2013, Alfio Marchini, oggi consigliere capitolino, il fatto che Ignazio Marino sia sprofondato così in basso nella classifica in così poco tempo, la dice lunga e “ogni commento risulta superfluo”.

Ovviamente, c’è anche chi si aspettava di peggio:  “A dire la verità mi aspettavo anche peggio e non vorrei che nel rilevamento si fosse fatta confusione nell’intervistare cittadini di altre città comunque più fortunate della nostra”, osserva il consigliere regionale Pietro Sbardella. “Dal sondaggio emergono le difficoltà degli amministratori delle grandi città ed è vero che Ignazio Marino si è trovato tra le mani un’amministrazione non propriamente messa a punto e nemmeno in grado di consentirgli grandi performance, ma la verità è che ha messo tanto del suo per deteriorare il rapporto con i cittadini e che se continua così si sarà veramente meritato l’appellativo di #DisastroMarino”.

Trovare il sindaco dem nei bassifondi della classifica dove i suoi colleghi di partito, nonché amministratori di altre città complesse quali Milano (Pisapia 67mo nella classifica con il 51% di gradimento) e Napoli (De Magistris al 58° posto) sono anch’essi scivolati di diverse posizioni, ma sempre meno di lui, è il segno tangibile del fallimento di una politica sfavorevole ai romani, incapace di offrire soluzioni concrete ai grandi problemi della città come la mobilità, la sicurezza e la pulizia delle strade, tanto per citarne solo qualcuno.

Quando il sondaggio del Sole 24 Ore assegnò a Marino, esattamente un anno fa, un punteggio di gran lunga superiore a quello attuale, anche se già in discesa di 7,4 punti in pochi mesi rispetto al ballottaggio che l’aveva portato alla guida del Campidoglio, dalla sinistra si alzò la voce di accusa nei confronti del predecessore Alemanno e dei suoi cinque anni di malgoverno.

Per questa nuova bocciatura ancora più sonora,  ci auguriamo che il sindaco taumaturgo abbia il buon gusto di non difendersi scaricando, come al solito, colpe sue ad altri. Ad essere penalizzata, in realtà, è la città di Roma, l’unica a pagare lo scotto di un malgoverno caratterizzato da demagogia e improvvisazione. In un momento delicato per tutti, a sei mesi dall’apertura della Porta Santa che segnerà l’inizio del Giubileo straordinario.