Egitto, Morsi condannato a vent’anni

L’ex presidente egiziano Muhammad Morsi è stato condannato a vent’anni di carcere. Con una sentenza emessa in diretta tv, la Corte d’assise del Cairo ha condannato Morsi ed altri 12 esponenti del movimento politico dei Fratelli Musulmani per “ricorso alla violenza”. Gli imputati sono stati invece assolti dalle accuse di omicidio e possesso di armi, per le quali rischiavano la pena di morte.

È la prima condanna emessa nei confronti di Morsi, sul cui capo pendono altri procedimenti, da quando è stato deposto nel colpo di Stato che ha portato al potere il maresciallo Abdul Fattah al-Sisi. Si tratta di una sentenza di primo grado, contro la quale l’ex presidente islamista potrà ricorrere in appello.

In origine, l’ex presidente era accusato di aver incitato le forze dell’ordine a usare la forza, anche a costo di uccidere, per disperdere le manifestazioni contro la sua presidenza che si tenevano fuori dal suo palazzo istituzionale di Heliopolis, al Cairo.

Nel dicembre 2012, a Heliopolis, almeno dieci persone erano morte e più di 600 erano rimaste ferite negli scontri fra sostenitori e oppositori del governo Morsi.

Gli oppositori contestavano la riforma costituzionale annunciata pochi giorni prima dall’allora presidente, che gli garantiva poteri più ampi di quanto si aspettasse la piazza, sebbene comunque ridimensionati rispetto alle leggi di emergenza nazionale varate dal suo predecessore Muhammad Hosni Mubarak.

Morsi, primo e finora unico presidente egiziano salito al potere per via elettorale, è stato deposto e imprigionato il 3 luglio 2013 durante il colpo di Stato che ha portato al potere il maresciallo al-Sisi.

F.M.R.