Occhi negli occhi, un abbraccio tenero e accogliente e seno parzialmente scoperto, in questo modo tante mamme, anche famose, si sono fotografate con il proprio bambino per sostenere la campagna in favore dell’allattamento in pubblico.
Si chiamano “brelfies”, composizione di breastfeeding (allattamento al seno) e selfie, ed è la nuova moda che sta riempiendo le pagine dei social di foto di mamme che allattano. Le foto vanno dalla classica immagine della mamma che allatta seduta con il bimbo tra le braccia, alle mamme che lo fanno sul posto di lavoro o dal parrucchiere mentre qualcuno pensa alla loro manicure, per arrivare fino alle pose più stravaganti ed eccentriche di allattamento estremo e un po’ provocatorio di mamme in nudo integrale che allattano in piedi o persino a testa in giù.
La campagna è nata come risposta alla censura imposta sull’allattamento in pubblico da alcuni Paesi, come gli USA o la Danimarca, in cui il breastfeeding è considerato un’offesa al pudore. Contro la campagna dei brelfies sono persino insorte alcune associazioni di genitori che riterrebbero queste immagini penalizzanti o discriminanti per le donne che non possono o non vogliono allattare.
Eppure non si tratta tanto di imporre uno stile di allattamento su un altro. Che sia una scelta o una necessità, l’incanto di un momento unico e speciale tra madre e figlio esiste anche nell’allattamento artificiale. La questione si gioca invece sul tema della decenza e del pudore: se l’immagine di una donna che allatta al seno sia in se stessa indecente o oltraggiosa o se sia semplicemente naturale e sana.
L’allattamento è una fase fondamentale nella vita di un bambino e anche della sua mamma, che dopo nove lunghi mesi di gravidanza continua attraverso questi quotidiani appuntamenti a mantenere un legame fortissimo e intenso con il proprio piccolo. Un legame necessario ad entrambi che va sciolto con gradualità, ma che di sicuro impone alla madre ritmi faticosi e stili di vita vincolanti e non semplici.
Dunque, se il problema c’è, non consiste tanto in quanto gli altri, passanti o clienti di locali pubblici, rischino di sentirsi disturbati dalla vista di una donna che allatta. Piuttosto sta nella necessità di offrire anche nei luoghi pubblici, un ambiente che preservi l’intimità e la purezza di un atto che non ha il solo scopo meccanico di alimentare, ma che rappresenta un momento unico nella vita di un essere umano. Un bambino allattato non solo si nutre di cibo ma cresce come persona nella relazione con la madre con cui comunica attraverso un misterioso e ricco dialogo fatto di sguardi, suoni e odori, incomprensibile ai più.
Se è vero che la bellezza sta negli occhi di chi vede, forse qui il problema sta proprio negli occhi di chi guarda, di chi potrebbe sentirsi urtato dalla forza di un segreto meraviglioso comprensibile solo in parte e solo a pochi. Allora ben vengano le foto delle mamme che nutrono di latte e di una sana relazione umana le persone di domani.
Vania Amitrano
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