La sede della Figc, l’abitazione di Claudio Lotito e il centro sportivo della Lazio perquisiti dagli uomini della Digos. Il motivo? Il presidente della società biancoceleste, nonchè patron della Salernitana (neopromossa in B) e consigliere federale, risulta iscritto nel registro degli indagati per tentata estorsione dalla Procura di Napoli. In cosa si sarebbe concretata l’attività illecita del presidente laziale? In “presunte pressioni per costringere dirigenti di Lega Pro a votare l’approvazione di bilancio in senso favorevole alle sue richieste, allo scopo di acquisire una posizione di forza in Figc, Lega A e in quelle minori a vantaggio anche dei suoi club, Lazio e Salernitana.” L’inchiesta nasce dall’iniziativa del direttore generale dell’Ischia Isolaverde, Pino Iodice, che tanto rumore aveva fatto quattro mesi fa in relazione alle frasi proferite da Lotito circa il peso di Beretta come presidente della lega di serie A (“Conta zero”) e sull’inopportunità di una promozione nella massima serie di piccole società come Carpi, Frosinone (poi entrambe promosse, ndr) e Latina, un’ eventualità che, a detta del patron biancoceleste, non sarebbe stata sostenibile per il sistema-calcio della serie A. Ma Iodice l’aveva detto già a febbraio: “Quello che ho diffuso non è il solo audio a mia disposizione – aveva detto il dg ai microfoni di una nota emittente radiofonica – . Ho altri documenti che attestano come Claudio Lotito mi abbia minacciato, in caso di mancato appoggio all’attuale governance, di togliere i finanziamenti che ci spettano. La registrazione rappresenta solo una telefonata tra me e Claudio Lotito”. A quanto pare, poi, Iodice avrebbe riferito ai magistrati partenopei anche di pressioni subite da Lotito per garantire l’appoggio al presidente della Lega Pro, Mario Macalli. E’ stato di parola.
Il dg dell’Ischia Isolaverde, Pino Iodice
“Non ritengo di essere artefice di niente, l’ho fatto solo per dovere di giustizia perché il calcio appartiene alla mia vita e l’ho fatto solo per il bene del calcio”, il commento di Iodice alla notizia del blitz della Digos.
Va precisato, comunque, che anche se le perquisizioni hanno interessato anche gli uffici di Figc e Lega Pro, sia Carlo Tavecchio che Mario Macalli non risultano ad oggi iscritti nel registro degli indagati e che lo stesso presidente della Figc è stato ascoltato solo in qualità di persona informata sui fatti: “Ci sono stati chiesti dei documenti che abbiamo consegnato. Non abbiamo nessun problema dal punto di vista della trasparenza e della correttezza”, ha dichiarato il n. 1 di via Allegri.
Non si è fatta attendere la reazione di Claudio Lotito affidata ad un comunicato: “Da mesi – si legge – sono oggetto di una campagna diffamatoria e calunniosa il cui fine è indubbiamente quello di ostacolare l’opera di risanamento del calcio, che sto contribuendo faticosamente a portare avanti, come dimostrato dai molteplici provvedimenti già adottati allo scopo di assicurare l’assoluta trasparenza del sistema. Consapevole di questo, mesi addietro avevo appunto presentato presso la Procura di Roma una denuncia per diffamazione e calunnia. Confido che la magistratura, nella quale ho da sempre la massima fiducia, possa in breve tempo chiarire positivamente la mia posizione al fine di trasformare i miei accusatori in accusati”.
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