Nell’anno del centenario, nonché 97esima edizione (quattro erano state cancellate a causa della Grande Guerra), del Giro delle Fiandre, rinnovato per l’esclusione dal tracciato di due storici “muri” come il Bosberg e il Grammont ottimamente sostituiti dal Quaremont e dal Paterberg, due erano i favoriti della vigilia e proprio loro due si sono contesi la vittoria sino a 14 Km dall’arrivo: il pluridecorato elvetico, Fabian Cancellara, forte dell’esperienza delle sue 32 primavere, e l’astro nascente, il rampante slovacco 23enne Peter Sagan. Il duello rusticano tra i due è stato il sale di una corsa altrimenti rimasta bloccata sino agli ultimi due muri, frenata dagli eccessivi tatticismi del gruppo in cui gli outsider, dopo aver sciorinato i consueti proclami della vigilia all’insegna del “Per battere Cancellara e Sagan occorrerà anticiparli”, poco o nulla han fatto per dare alla luce un finale diverso. Un finale, comunque, bellissimo perché illuminato da un testa a testa che solo a causa dell’età avanzata di “Spartacus” (uno dei due soprannomi di Cancellara) non troverà molte altre repliche. Peccato perché il talento slovacco progredisce a ritmi esponenziali e il talento della Cannondale ha dimostrato di potersi difendere egregiamente anche quando la strada s’impenna sotto i pedali. Migliorato sì, ma non abbastanza da reggere la regale progressione della “locomotiva di Berna” ( l’atro soprannome) che, stavolta assistito al meglio dai suoi compagni della RadioShack (un plauso va soprattutto al magnifico Devolder), ha aumentato vertiginosamente i giri del suo potentissimo motore sul Nuovo Quaremont ( penultimo muro lungo ben 2200 metri di pavè) costringendo Sagan a consumare tutto quanto rimasto nel serbatoio. Poi, sul Paterberg ( solo 360 metri di pavè ma con pendenze che superano il 20%), l’affondo decisivo cui lo slovacco, ormai esausto, non poteva più replicare. Cancellara staccava il rivale negli ultimi 50 metri della salita e si lanciava in un’ideale corsa contro il tempo ( e le cronometro sono sempre state una specialità della casa, avendo nel cassetto ben quattro titoli mondiali e uno olimpico a Pechino nelle prove in solitario) coprendo i rimanenti 13 Km con una compostezza, eleganza ma anche potenza che hanno entusiasmato tutti, sia i numerosissimi appassionati fiamminghi accorsi ai lati del tracciato (nel Nord Europa, il ciclismo è religione e non a caso questa corsa viene inserita nella “settimana Santa” che si conclude con la Parigi-Roubaix) sia gli altrettanto numerosi telespettatori. Cancellara ha così rivinto in solitario il Fiandre, come gli era già riuscito nel 2010, guarda caso anche allora era Pasqua, e, ora, come allora, punta dritto alla Roubaix, da lui già conquistata nel 2006 e nel 2010, per una storica doppietta-bis che lo proietterebbe senza se e senza ma nella leggenda del pedale a corredo di una carriera fantastica che lo ha visto primo anche alla Milano-Sanremo del 2008. Lo svizzero si è così definitivamente messo alle spalle un lungo periodo buio contrassegnato da numerosi infortuni, uno dei quali gli era costato un possibile successo proprio all’ultimo Fiandre, “Da gennaio a oggi, quanti giorni sono stato a casa? Per la mia famiglia non è stato facile, ma sono scelte che si fanno, la mia carriera non dura mille anni. Dovevo sfruttare ogni giorno. Sono felice, è stato proprio un bel giorno di Pasqua”, ha commentato, visibilmente emozionato, l’elvetico dopo aver ricevuto il caldo abbraccio della moglie subito dopo il traguardo. “Festeggiare? Sì, un poco. Ma solo oggi”, a chi gli chiedeva conto di cosa avrebbe fatto nell’immediato. Un plauso quasi altrettanto grande lo merita anche Sagan che, nel tagliare il traguardo alla piazza d’onore, si è lasciato scappare un gesto di esultanza che la dice lunga sulla sua soddisfazione e sul sollievo di aver concluso una gara che, pur su un percorso molto rinnovato, ha confermato di essere massacrante. “No, oggi non era possibile battere Fabian. Oggi”, il commento sibillino dello slovacco, consapevole dell’attuale superiorità del rivale ma anche di essere in grado di sopravanzarlo in un futuro nemmeno troppo lontano. Il presente, però, brilla ancora della luce accecante emanata dal fuoriclasse rossocrociato.
Due piccole note a margine: della nutrita pattuglia di corridori italiani, il migliore è stato il trentino Daniel Oss, 12°, mentre Oscar Gatto ha terminato poco dopo, 15°. Deludente, invece, la prova dell’atteso Filippo Pozzato, secondo qui, l’anno scorso dietro al campione di casa, il belga Tom Boonen. Proprio a Boonen vogliamo dedicare la chiusura: il suo sogno di centrare il quarto successo nella “Ronde” (sarebbe stato record assoluto) è svanito già al Km 19 per colpa di una rovinosa caduta che lo costringerà a saltare anche la Parigi-Roubaix di domenica prossima. Questa, di domenica, resta, invece, la Pasqua di Fabian Cancellara, risorto nei panni di “Spartacus”.
D.P.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy