La cerimonia di consegna Premi David di Donatello, avvenuta ieri al Teatro Olimpico di Roma, ha visto vincitore il grande il film neorealista “Anime nere”. La pellicola di Francesco Munzi si è aggiudicato ben 9 statuette, tra cui quella per il miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior colonna sonora. Francesco Munzi a Venezia ’71 era passato quasi sotto silenzio, sempre per quella smania di correre dietro a film stranieri che premia opere a volte indigeste come Birdman di Inarritu, insignito poi dell’Oscar 2014, ma circolato pochissimo, specie in Italia. “Anime nere” racconta una vicenda che si svolge in Aspromonte e va alla ricerca delle radici del male, ma senza clamore, senza orpelli stilistici o cliché americanizzanti. Un po’ sulle orme di Gomorra, il film è tratto dall’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco e narra le vicende di tre fratelli, figli di un pastore di Africo. In questo centro della Calabria, in cui vige una forte mentalità mafiosa, Luigi, Luciano e Rocco passano, senza troppe difficoltà, dalla cura delle capre al traffico di cocaina. Il film era stato distribuito nelle sale italiane nel settembre del 2014. “Anime nere” è un viaggio fatto di realistici e drammatici chiaro scuri che servono ad illuminare una realtà sempre troppo poco conosciuta.
Maria de Falco Marotta
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