La Buona Scuola passa l’esame della Camera e diventa legge con 277 sì, 173 no e quattro astenuti. Non hanno partecipato al voto i grandi nomi della minoranza Dem, tra cui Pier Luigi Bersani, Gianni Cuperlo e Rosy Bindi.
La riforma è passata, come era prevedibile tra le proteste dentro e fuori dall’Aula di Montecitorio, dove i deputati del M5S hanno declamato in coro gli articoli 3, 33 e 34 della Costituzione (principio di uguaglianza, scuola pubblica e insegnamento), esplodendo poi in un applauso.
“Non siamo contro la Costituzione, siamo anzi per il suo pieno rispetto – ha replicato la deputata Pd, componente della commissione Cultura , Simona Malpezzi -. Di tutti gli articoli, anche di quello che dice che nello Stato si entra per concorso, se si vuole diventare di ruolo”.
Vediamo ora i punti principali della riforma che a settembre cambierà il mondo della scuola. Come ha spiegato ieri il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Giorgio Rembado, il ddl scuola prevede un piano di 100mila assunzioni: prima verranno assunti i precari inseriti all’interno delle graduatorie ad esaurimento, vincitori del concorso indetto nel 2012. Dodichè, le assunzioni avverranno per concorso entro il primo dicembre 2015. Tra i nuovi assunti, circa un metà andranno a riempire i posti vacanti nell’organico e il resto formerà il cosiddetto organico funzionale, cioè occuperà posti di potenziamento (attività di sostegno e di recupero).
La Buona Scuola conferma la maggiore autonomia data ai presidi: superato il primo periodo di transizione infatti, il Ministero dell’istruzione dovrà definire, entro il 30 giugno 2016, gli ambiti territoriali dove andranno a confluire tutti i 100mila professori assunti. A quel punto, i presidi di ogni istituto consulteranno gli ambiti per individuare gli insegnanti più idonei e in linea con il proprio Piano di offerta formativa, a validità triennale (Pof). Nei piani, prevista la possibilità per gli istituti superiori di inserire materie opzionali in risposta alle esigenze degli studenti. In generale, si punterà sul potenziamento delle competenze lingustiche (comprese alcune materie insegnate in lingua).
Per scongiurare possibili anomalie i presidi saranno tenuti a rispettare criteri di valutazione nazionali e perciò dovranno rendere pubbliche tutte le informazioni relative agli incarichi assegnati.
Edilizia scolastica e bonus fiscali. In materia di sicurezza scolastica, sono stati messi a disposizione 40 milioni per verificare la tenuta dei soffitti. Della cifra di circa 500 milioni che verrà messa a disposizione, 300 andranno per la costruzione di nuove scuole e 200 verranno impiegati anche per la ristrutturazione degli edifici esistenti. Sono previste inoltre agevolazioni fiscali per i cittadini che decideranno di fare delle donazioni in denaro alle scuole (credito d’imposta al 65% per il biennio 2015 – 2016) e per le famiglie degli studenti delle scuole paritarie. Le donazioni non potranno superare il tetto massimo di 100mila euro. Verrà istituito un fondo di perequazione pari al 10% delle somme donate, avente cioè come obiettivo quello di favorire una distribuzione più equa delle erogazioni tra i singoli istituti.
Aggiornamento obbligatorio e Prof Card. I docenti dovranno continuare a provvedere all’aggiornamento delle proprie competenze professionali, che verrà sostenuta con una spesa di 40 milioni di euro l’anno. A disposizione degli insegnanti sarà disponibile una carta elettronica annuale del valore di 500 euro, per sostenere la propria formazione, con attività decise dal docente stesso o dall’istituto. Ai prof più meritevoli, secondo un comitato composto da dirigenti scolastici e professori, ma anche genitori e studenti, saranno assegnati dei premi in denaro. La cifra stanziata a questo scopo sarà all’incirca di 200 milioni di euro.
Pronte 400 ore per il triennio dei tecnici e 200 per i licei. Questo per favorire l’inserimento degli studenti nel mondo del lavoro. Queste ore saranno utilizzate per inserire i ragazzi nelle imprese, aziende ed enti pubblici, attraverso lo scorrimento di un Registro nazionale in cui le istituzioni disponibili devono provvedere a segnarsi.
La riforma della scuola delega il governo a legiferare su infanzia e diritto alla studio, modalità di assunzione dei dirigenti scolastici. In questo senso, i decreti legislativi in una o più di queste materie non saranno tenuti a ricevere l’approvazione del Parlamento come avviene obbligatoriamente per i decreti legge.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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