Lucia Borsellino “va fermata, va fatta fuori come suo padre”. Secondo quanto afferma il settimanale L’Espresso, il governatore della Sicilia Rosario Crocetta sarebbe rimasto impassibile mentre il suo medico personale, Matteo Tutino, pronunciava questa frase.
Sul presidente della Regione sono piovute decine richieste di dimissioni: inaccettabile, sostengono tanti esponenti di tutte le parti politiche, che un uomo che si proclama nemico della mafia in tutte le sue forme non abbia opposto alcuna reazione a minacce simili.
La destinataria delle frasi, che lui stesso aveva nominato assessore regionale alla Sanità, è infatti una dei tre figlie del giudice Paolo Borsellino, ucciso da Cosa Nostra il 19 luglio 1992.
Crocetta si è autosospeso dalla carica e giura di essere pronto alle dimissioni, ma nega di aver mai sentito quelle frasi, e accusa il settimanale di voler infangare la sua reputazione. Secondo il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, quella frase “non risulta agli atti di alcun procedimento”. Ma il direttore de L’Espresso, Luigi Vicinanza, si dice sicuro che la conversazione registrata esista. Farebbe però parte di un fascicolo secretato.
La telefonata fra Crocetta e Tutino risalirebbe al 2013 e sarebbe stata acquisita dalla Procura nell’ambito di uno dei tre filoni d’inchiesta sull’ospedale Villa Sofia di Palermo, in cui il medico è indagato per truffa, peculato e abuso d’ufficio. L’Espresso non è in possesso della registrazione, ha spiegato ancora il direttore, ma il giornalista che ha firmato l’articolo l’avrebbe ascoltata e trascritta.
“Volevano ammazzarmi, cucinarmi addosso il cappotto dell’indegno. Liquidarmi politicamente. Forse ci sono riusciti”, ha dichiarato Crocetta.
“L’unica cosa insopportabile per me è il fango con il quale mi stanno sporcando”, continua il governatore, che suggerisce: “Metodo Boffo? Peggio, d’ora in poi si può parlare di ‘metodo Crocetta’”. “Com’è possibile che si possa ritenere un dato acquisito, normale, plausibile, l’ascolto impassibile, anzi connivente, da parte mia di una frase di quel tipo contro Lucia Borsellino?”
Secondo Crocetta, responsabile della pubblicazione della conversazione – che ha definito “falsa, falsissima, inesistente” e “una turlupinatura” – sarebbe proprio la mafia: “Un antimafioso come me è geneticamente fuori dall’ordine costituito”.
Il presidente della Sicilia, poi, ha suggerito di indagare a fondo sulle motivazioni della persona che avrebbe ascoltato le registrazioni: si tratterebbe di un ex dipendente dell’ufficio stampa della Regione che avrebbe perso il posto proprio in seguito alla sua nomina.
Tutino “aveva un rapporto molto conflittuale con la Borsellino”, spiega ancora il governatore in un’intervista. “Se avessi sentito quella frase non so… avrei provato a raggiungere Tutino per massacrarlo di botte, forse avrei chiamato subito i magistrati. Non so, sono sconvolto. Provo un orrore profondo. Spero che la Procura accerti i fatti”.
Lucia Borsellino si era dimessa dalla carica di assessore alla Sanità lo scorso 29 giugno, subito dopo l’arresto di Tutino, citando “prevalenti ragioni di ordine etico e morale, e quindi personale, sempre più inconciliabili con la prosecuzione” del suo mandato.
“Non posso che sentirmi intimamente offesa e provare un senso di vergogna per loro”, ha commentato. “Non rinnego nulla: ho fatto quel che ho potuto in un contesto, evidentemente, poco edificante”.
La figlia del giudice ucciso in via D’Amelio ha ricevuto telefonate di solidarietà dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal premier Matteo Renzi e dai ministri dell’Interno Angelino Alfano e della Salute Beatrice Lorenzin.
Il presidente del Senato, l’ex magistrato Pietro Grasso, ha commentato su Twitter: “Parole schifose che offendono la dignità di Lucia Borsellino, la memoria di Paolo, la Sicilia e l’Italia intera”. Sul social network in queste ore spopola l’hashtag #CrocettaDimettiti, lanciato da Beppe Grillo. Ma richieste di dimissioni, come già detto, sono arrivate da esponenti di quasi tutti i partiti.
Particolarmente attivi gli esponenti del PD: “È il momento che, innanzitutto il presidente della Regione, valuti l’opportunità di chiudere la legislatura”, ha twittato il capogruppo all’Assemblea Regionale siciliana Antonello Cracolici. “I silenzi possono fare più male delle parole”, nota la vicesegretaria Debora Serracchiani, mentre il suo omologo Lorenzo Guerini chiede “che Crocetta chiarisca, anche se il tutto appare purtroppo abbastanza chiaro”.
Domenica prossima, Lucia Borsellino non sarà presente alle commemorazioni ufficiali del ventitreesimo anniversario della strage in cui morì il padre Paolo: parteciperà invece alla messa in memoria del magistrato organizzata a Pantelleria dalla sorella Fiammetta. Lo ha rivelato il fratello Manfredi, oggi commissario di Polizia di Stato a Cefalù: “Mi sono messo di turno al lavoro, a cercare di fare qualcosa di concreto, non ho tempo per commemorazioni senza senso”.
Non è mancata una vena polemica nei confronti dell’atteggiamento delle istituzioni: “Mia sorella ha parlato di antimafia di facciata e io quelle parole me le sono appese in ufficio, tanto le condivido, tanto mi sembrano arrivare dritte dalla voce di mio padre”.
Filippo M. Ragusa
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