Senilità, anzianità o terza età: parole che si riferiscono all’ultima tappa del ciclo vitale, la più prossima al termine della vita media di noi esseri umani, ma che spesso, con grande soddisfazione dell’interessato, perdono il significato comune in virtù del fatto che oggi sempre più persone in età riescono a mantenere fino in fondo i requisiti fisici e mentali propri delle persone più giovani.
Per fare un esempio, a 90 anni si possono ancora fare i 400 metri in un minuto e mezzo e fare salti in lungo da oltre due metri. Roba da non credersi, ma certificata nel libro dei record dei campionati del mondo di atletica veterani, la cui prossima edizione si apre il 4 agosto a Lione. Vi sono numeri che farebbero invidia a molti giovani e un messaggio preciso anche ai coetanei meno ‘atletici’.
“Va superato il concetto che c’è una corrispondenza tra vecchiaia e malattia – afferma Nicola Ferrara, presidente della Società Italiana di Geriatria (Sigg) – esiste invece una quota consistente, intorno al 10%, che supera i 65-70 anni con performance assolutamente nel range dell’adulto”.
Il mondo dello sport per veterani ha anche dei ‘giochi olimpici’, i World Masters Games, che si terranno nel 2017.
“Naturalmente per arrivare a queste performance c’è una quota genetica, che però non vale più del 25-30% – aggiunge Ferrara – il resto deriva da come abbiamo vissuto, se abbiamo mantenuto una attività adeguata e adottato stili di vita salutari”.
Il messaggio, per gli anziani ma anche per chi sta per diventarlo, è ‘darsi una mossa‘, sottolinea Giuseppe Paolisso, docente di geriatria e rettore della Seconda Università di Napoli, che ricorda come ad esempio era impensabile fino a pochi anni fa che un uomo di 60 anni facesse una missione spaziale, come sta per succedere all’astronauta Paolo Nespoli.
“Fare sempre esercizio fisico nella propria vita permette di farlo anche da anziani – spiega Paolisso -, e mantenersi attivi è fondamentale, influisce sia sulla salute del corpo che sulla mente, tenendo anche lontano l’Alzheimer, come hanno dimostrato studi anche recenti. Partendo dal presupposto fondamentale che l’esercizio va sempre dosato secondo le condizioni fisiche ognuno può trovare quello che gli è più congeniale”.
L’elisir di lunga vita si conferma dunque l’attività fisica, il movimento in generale. Anche il solo camminare, per chi non è stato mai dotato di particolari attitudini a salto, corsa o altro, può aiutare a sentirsi meglio, avere più energia, ridurre la pressione sanguigna, ridurre lo stress, dormire meglio, perdere peso, sciogliere le articolazioni. Ancora… essere attivi significa ridurre il rischio di molte malattie invalidanti. E, non meno importante, camminare in compagnia di altre persone oltre a migliorare la salute stimola la socializzazione garantendo un migliore benessere psico-fisico. E, allora, perché rinunciarvi?
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