Il cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Cei, in un’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera affronta le polemiche sui rapporti Cei-politica dall’immigrazione alle unioni civili. Ed e’ proprio quest’ultimo argomento a scatenare una nuova rissa dialettica tra politici delle varie fazioni. Sul punto delle unioni civili Bagnasco non fa che ribadire ciò che la Chiesa afferma da sempre, ovvero che crede “nella famiglia quale base della società, la famiglia come è riconosciuta dalla nostra Costituzione e come corrisponde all’esperienza universale dei singoli e dei popoli: papà, mamma, bambini, con diritti e doveri che conseguono il patto matrimoniale. Applicare gli stessi diritti della famiglia ad altri tipi di relazione è voler trattare allo stesso modo realtà diverse: è un criterio scorretto anche logicamente e, quindi, un’omologazione impropria. I diritti individuali dei singoli conviventi, del resto, sono già riconosciuti in larga misura a livello normativo e giurisprudenziale”.
Ovviamente e’ un “Bagnasco oggettivamente fuori dal tempo” per il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e alle Riforme, Ivan Scalfarotto: “La sua riflessione non tiene conto della realtà e si scontra con l’evidenza dei più grandi paesi e dei più prestigiosi ordinamenti giuridici nel mondo, com Gran Bretagna, Francia, Spagna, Stati Uniti d’America – replica l’esponente del Pd – Bagnasco, quindi, è oggettivamente fuori dal tempo e vuole lasciarci in compagnia di quei paesi che non rispettano i diritti umani. Infatti, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia, precisando che la nostra realtà, in assenza di un riconoscimento delle coppie omosessuali, costituisce una violazione dei diritti dell’uomo”.
Scalfarotto ci tiene a farsi sentire anche sul tema dei diritti individuali dei singoli conviventi: ”Va ricordato a Bagnasco che già nel 2010 la Corte costituzionale ha sottolineato che non è sufficiente riconoscere i diritti individuali ai conviventi, ma ha stabilito che i diritti delle coppie omosessuali, che sono formazioni sociali riconosciute e protette dall’articolo 2 della Carta fondamentale, devono essere equiparati a quelle delle coppie eterosessuali sposate. E la Corte ha espresso un monito al Parlamento a legiferare ‘con estrema sollecitudine’ -dice testualmente- in tal senso”.
Per questo, avverte Scalfarotto, “la politica, con tutto il rispetto per le opinioni del cardinale Bagnasco, deve quanto prima legiferare in materia, per evitare, che sia un giudice italiano o internazionale a risolvere la questione, dando così un ulteriore colpo alla credibilità della politica, che tanto pare preoccupare i vescovi italiani in questo momento”.
Dello stesso avviso Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia. “Proprio il veto del Vaticano fa in modo che in Italia le famiglie di fatto non siano aiutate – commenta all’Adnkronos Mancuso -. Bagnasco dice una falsità quando sostiene che i diritti individuali sono già riconosciuti”. Il presidente della Cei, aggiunge Mancuso, “si deve mettere l’anima in pace, perché la Corte costituzionale con la sentenza del 2010 ha detto che in queste Paese ci vuole una legge che riconosca pari diritti per le coppie omosessuali”.
“Tutti i paesi in cui sono presenti leggi che riconoscono le coppie omosessuali – osserva il presidente di Equality Italia – hanno politiche familiari che invece nel nostro mancano”. Al Senato “si sta discutendo una legge di buon senso – continua – che vede anche l’appoggio di moltissimi parlamentari cattolici perché si tratta di superare una discriminazione ormai atavica nel nostro paese”.
Duro il commento di Franco Grillini, presidente di Gaynet Italia, che punta il dito contro il ”trionfo di razzismo omofobo” espresso da Bagnasco. Il presidente Cei, secondo Grillini, “stronca senza mezzi termini la pdl sulle unioni civili in discussione al Senato e riapre lo scontro frontale tra chiesa romano-cattolica e lo Stato laico sui diritti di 5 milioni di cittadini Lgbt italiani”.
Condivide, invece, le affermazioni di Bagnasco il deputato di Area popolare, Alessandro Pagano, promotore del comitato ‘Parlamentari per la famiglia’. Soggettiva a parte, Pagano sottolinea il dato oggettivo (“inconfutabile”) delle sue parole: “‘i diritti individuali dei singoli conviventi sono già riconosciuti in larga misura a livello normativo e giurisprudenziale’. Di fronte a questa verità, stride ancora di più l’approccio ideologizzato alla realtà del sottosegretario Scalfarotto che continua a scambiare il giorno con la notte”.
Per Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale di Ncd, il cardinale Bagnasco “ha colto il punto”. Il problema, dice, “non è negare alcun diritto ma diversificare situazioni che sono diverse e, per questo, avere la certezza di sbarrare la strada a pratiche insopportabili per chi laicamente crede nella dignità della donna, come l’utero in affitto. Se queste considerazioni possono diventare consapevolezza comune, non è difficile trovare una soluzione, anche di tipo legislativo”.
Plaude a Bagnasco anche il governatore della Lombardia Roberto Maroni che su Twitter scrive: “Questa la chiesa che mi piace”.
Pensare che il presidente della Cei nell’intervista, riguardo al rapporto tra la Conferenza episcopale e il mondo politico italiano, spiega anche che “le polemiche non fanno mai bene a nessuno: esasperano gli animi e deformano la realtà. Mettere in evidenza alcuni aspetti problematici o critici non significa negare la complessità che è propria della vita, sia personale che sociale. La sincera tensione al bene della gente e del Paese è parte della missione anche della Chiesa e porta al rispetto reciproco e alla collaborazione responsabile” nel “pieno rispetto della libertà religiosa e di quella laicità che, nell’esperienza italiana, non ignora ma salvaguardia e valorizza il fenomeno religioso in tutte le sue dimensioni”. Ma, evidentemente, la calura agostana e il parlamento ancora chiuso per ferie favoriscono le ‘uscite’ di chi non riesce a fare a meno di mettersi in mostra.
A.B.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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