“Tutto come previsto”, ha commentato ieri a caldo Alfio Marchini, già candidato a sindaco di Roma e consigliere di opposizione in Campidoglio, dopo l’annuncio da parte del ministro Alfano del tandem Gabrielli-Marino per guidare Roma in vista del Giubileo. “Hanno commissariato il sindaco invece di commissariare il Comune. Un pastrocchio che non fa altro che aumentare la confusione. Mi chiedo dove sia finita la dignità di Marino che accetta una decisione così umiliante, commenta Alfio Marchini”.
Tutta l’oppisizione capitolina non ha gradito le decisioni del governo sulle sorti della Capitale. “Ci sarà un consigliere comunale, uno solo, pronto a ricorrere al Tar e alla consulta contro l’innegabile e smaccato eccesso di potere?”. Se lo chiede Francesco Storace, segretario de La Destra e vicepresidente del consiglio regionale del Lazio. “Marino si dice felice, spensierato com’è – continua Storace – Zingaretti, come al solito, annuisce ad ogni trovata di Renzi. Dovrebbe invece ricorrere anche lui alla Corte costituzionale contro i provvedimenti di governo. Con chi discuterà i provvedimenti per Roma, con Marino o Gabrielli? Un pasticcio mai visto. In pratica, a Roma da ieri abbiamo un sindaco prestanome, per soppiantare il quale hanno applicato una sorta di ‘metodo Buzzi istituzionale’. Il ras delle cooperative – aggiunge Storace sul Giornale d’Italia – si vantava di avere il Campidoglio in mano senza bisogno di arrivare al Sindaco. Il quale se ne gloriava – ‘con me non ci parlano’ – senza rendersi conto che era semplicemente la certificazione dell’incapacità conclamata di intendere, volere e governare. Renzi ha fatto lo stesso, non ha bisogno di parlarci. Anziché sciogliere il Comune di Roma, il governo ha tolto poteri alla città: i commensali del boss della 29 Giugno, premier in testa, calpestano la Costituzione. La Carta prevede da qualche anno maggiori poteri per Roma Capitale: il clan di palazzo Chigi, grazie alla cocciutaggine di un Sindaco che non ne vuole sapere di mollare l’adorata poltrona, affida invece la guida sostanziale della città al Prefetto assieme ad altri più affidabili soggetti istituzionali, a partire dal presidente dell’Autorità anticorruzione, Cantone. Doveva avere autonomia, Roma – conclude Storace – la perde a favore dello Stato”.
Il Movimento 5 Stelle continua a chiedere ad Ignazio Marino un passo indietro. “Con la decisione del CdM di ieri il Pd ha letteralmente infranto qualsiasi principio democratico. Il premier Renzi nominato dalla politica senza il voto degli italiani ha deciso che Roma doveva avere un nuovo sindaco funzionale alle logiche tutte interne del Pd che nulla hanno a che fare con ciò che serve alla città ed ai romani. Il M5S Roma ritiene che i cittadini vadano rispettati per questo chiediamo ancora una volta che il sindaco Marino faccia un passo indietro e si dimetta. L’unica cosa che serve alla città è andare subito al voto per ridare come è giusto che sia democraticamente la parola ai romani che hanno, loro si, il diritto di scegliere il sindaco di Roma. Il M5S Roma è pronto nel rispetto dei cittadini e del principio di democrazia”. Così in una nota il M5S Roma.
La Lega Nord, invece, si è già organizzata con un comitato di cittadini e associazioni che hanno a cuore le sorti di una città nel totale abbandono e degrado: “Domani alle 11 presso Piazza di Pietra 65, Mario Borghezio presenterà un comitato spontaneo di cittadini ed associazioni denominato ‘Romani per Roma’. Il comitato vuole essere un aggregatore di associazioni, comitati spontanei di cittadini, esponenti delle categorie del lavoro e della produzione, esponenti dei sindacati delle forze dell’ordine, uniti nella volontà di liberare Roma dalle camarille partitiche e dalle lobby affaristiche legate alla criminalità”. “Sono convinto – dichiara Borghezio – che i Romani non berranno l’ennesima favola della ‘pulizia’ di Roma affidata a esponenti di partiti e burocrazie che in tutti questi anni li hanno lasciati alla mercé di ladri politici, criminali comuni ed ogni genere di mafie. Il repulisti di Roma – sottolinea Borghezio – potrà avvenire solo con un totale rinnovamento della classe politica, mandando a casa i riciclati e al più presto in galera tutti i corrotti”. “Insieme ad alcuni esponenti dei comitati Borghezio si recherà oggi pomeriggio in visita in alcuni presidi di polizia nei quartieri (Romanina, Tuscolano etc.) recentemente emersi come santuari del controllo territoriale delle neomafie”.
Chiudiamo la carrellata delle dichiarazioni degli insoddisfatti delle decisioni del governo con le parole di Italia Unica, il movimento fondato da Corrado Passera, che stigmatizza come la “toppa” sia peggiore del “buco”: “Come era purtroppo prevedibile, su Roma il governo ha deciso di non decidere. Ancora una volta gli interessi di parte hanno prevalso su quelli della comunità, portando in dote al prefetto Gabrielli il ruolo di “guardiano” del sindaco Marino, dal quale continuiamo ad attenderci un sussulto di dignità con le inevitabili dimissioni, di fronte a questo commissariamento mascherato da affiancamento. Non meno sorprendente è il fatto che all’assessore al bilancio appena dimessosi Renzi e Alfano affidino la supervisione finanziaria del Comune stesso, in un intreccio illogico di controlli e verifiche. Di certo c’è che il mandato elettorale viene disatteso: Marino, piaccia o no, è stato votato; Gabrielli – persona degnissima, sia chiaro – è comunque imposto dall’alto senza i naturali passaggi giuridici che solitamente vengono interpretati in situazioni simili. Viene da chiedersi per quale motivo si siano attesi mesi per giungere a una non soluzione come questa. E c’è anche da domandarsi giada accadrà da oggi, con Gabrielli sindaco effettivo e Marino primo cittadino di facciata. Se questa era la strategia studiata a tavolino dai tecnici del Viminale o di Palazzo Chigi, la toppa non può che essere considerata peggiore del buco”.
Un buco che potrebbe diventare a breve una voragine, se si considera che al Giubileo mancano solo 67 giorni e che dei 38 cantieri programmati per i lavori straordinari, ad oggi, non ne è stato aperto ancora uno.
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