Finalmente si è tenuto l’incontro tanto atteso. La ‘Teano’ dei leader dei due partiti più votati è stata la Camera dei Deputati. Ore 17 di ieri, in un’ora di colloquio Pierluigi Bersani e Silvio Berlusconi , presenti anche Enrico Letta e Angelino Alfano, hanno provato a trovare l’accordo sulla scelta del nuovo inquilino del Quirinale.
I protagonisti dell’ incontro negano di aver fatto dei nomi e affermano di essersi confrontati sui criteri, ma alla fine tornano a circolare gli identikit di alcuni candidati.
Giuliano Amato e Franco Marini sarebbero i nomi ritenuti dal centrodestra oggetto di possibile trattativa, mentre Massimo D’Alema, Emma Bonino e Anna Maria Cancellieri piacciono di più al centrosinistra. Il candidato su cui Berlusconi e Alfano avrebbero messo una sorta di veto è l’ ex premier Romano Prodi, ritenuto eccessivamente di parte. Per rendere meno aspro il veto sul nome di Prodi il Pdl non esclude l’ eventualità che il nuovo presidente della Repubblica possa nominarlo senatore a vita insieme allo stesso Berlusconi in modo da prevedere un’ uscita di scena soft per i due leader che si sono a lungo fronteggiati negli ultimi due decenni.
L’incontro di ieri tra Berlusconi e Bersani non ha comunque raccolto commenti positivi. All’interno del Pd si registrano tensioni tra Renzi e Bersani mentre per Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, serve “la massima convergenza” sul nome per il Quirinale, questo percorso va tenuto separato “da quello della formazione del governo perché le istanze di cambiamento che noi riteniamo necessarie non sono compatibili con un governo Pd-Pdl”.
Matteo Renzi, ai microfoni di Sky Tg24 ha prima ribadito la sua posizione: “sono uno di quelli che spera che si vada il prima possibile alle elezioni perché il risultato delle politiche non ha dato una maggioranza”. Ma se “Bersani e Berlusconi riterranno che sia più opportuno fare una qualche forma di accordo nell’ interesse del Paese, sono certo che sarà nell’ interesse del Paese e non per i loro destini personali, mi auguro che facciano il più veloce possibile perché ogni giorno che si perde è un tempo perso per l’ Italia”. Poi è andato subito al ‘puntum dolens’, ovvero ha annunciato di essere stato fatto fuori dal collegio dei grandi elettori della Toscana che dal 18 aprile integreranno deputati e senatori nella scelta del nuovo presidente della Repubblica. “Da Roma è arrivata qualche telefonata” , ha detto denunciando la “doppiezza” di chi parla in un modo e agisce in un altro: “hanno scelto di mandare un altro delegato regionale per eleggere il Presidente della Repubblica,non era un mio diritto. Lo avrei fatto volentieri, certo, orgoglioso di rappresentare Firenze e la Toscana”, ha scritto su Facebook. “Ai doppiogiochisti dico: forse non riuscirò a cambiare la politica. Ma la politica comunque non cambierà me. Io quando ho da dire qualcosa lo dico in faccia, a viso aperto, e non mi nascondo dietro i giochini”, ha assicurato Matteo Renzi.
La replica di Bersani non si fa attendere: “Nella sequela di quotidiane molestie mi vedo oggi attribuiti non so quali giochini tesi ad impedire la nomina di Renzi a grande elettore per la Regione Toscana”, ha detto in una nota il segretario Pd. “Smentisco dunque – ha concluso – di aver deciso o anche solo suggerito, o anche solo pensato alcunché, a proposito di una scelta che riguarda ovviamente e unicamente il Consiglio regionale della Toscana”.
Sull’ incontro di ieri fra Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani ha tuonato Beppe Grillo che di nuovo grida all’inciucio, questa volta a porte chiuse. “Si sono incontrati in un luogo segreto (loro, e i grillini trasportati per ore in pullman, nel tentativo di depistare gli agguerriti giornalisti, prima di essere sbarcati in un agriturismo alle porte della Capitale?), lontano da webcam, telecamere e giornalisti e hanno deciso il loro candidato per la Presidenza della Repubblica”, scrive sul blog il leader del Movimento a 5 stelle. “Il nome per il Presidente della Repubblica che proporrà il M5S non sarà scelto nelle segrete stanze – precisa il comico genovese – ma votato online dalla base a partire da domani. Il nome che verrà fuori sarà quello che i portavoce del M5S alla Camera e al Senato voteranno alle elezioni del Presidente”.
La verità è che le posizioni di tutti sono rimaste invariate. Scelta civica, per bocca di Andrea Olivero ribadisce la sua contrarietà a un governissimo, ma si può pensare a un governo di scopo o a termine. E questo sarebbe “un passo avanti”. Rimane invece comunque chiusa “la porta del M5S : è una strada su cui sono stati fatti molti tentativi, fin troppi – ha detto Olivero -e ora è archiviata”. Sull’ incontro Bersani-Berlusconi? “ Era indispensabile farlo – ha detto – Le distanze ci sono ma intanto è un avvio di dialogo. Lo avessero fatto un mese fa, forse oggi staremmo tutti un po’ meglio e avremmo qualche punto di certezza in più”’. Al Quirinale? “Tutti i nomi che si fanno sono buttati nel gioco del toto-quirinale” secondo l’esponente di Scelta civica: “Fino a inizio della prossima settimana ci sarà molta tattica, il vero nome compare poco prima, come la storia insegna”.
Alla Lega invece non interessa chi sarà il successore di Giorgio Napolitano: “Non mi interessa chi sarà il presidente della Repubblica – dice Roberto Maroni – mi interessa che ci sia un governo”.
E intanto siamo al 44esimo giorno dall’apertura delle urne…..
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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