Uscirà nelle sale italiane solo il 5 gennaio del 2016, Truth, di James Vanderbilt, apre oggi ufficialmente la Festa del cinema di Roma con una storia degna di essere raccontata. Una straordinaria Cate Blanchett interpreta Mary Mapes, la giornalista della CBS che nel 2004 indagò sulla discutibile carriera militare dell’allora presidente George W. Bush proprio alla vigilia della sua rielezione.
James Vanderbilt, già sceneggiatore di Amazing Spiderman, non aveva seguito direttamente il caso di Mary Mapes nel periodo in cui negli USA fece grande scalpore, ma dice di essere rimasto profondamente ispirato dal libro che la giornalista scrisse sulla vicenda di cui era stata protagonista, Truth and Duty: The Press, The President And The Privilege Of Power, tanto da desiderare di farne un film.
L’intenzione del regista era quella di raccontare il temperamento multiforme e il fascino di questa professionista in un momento di particolare cambiamento per il mondo del giornalismo. In effetti, sebbene la critica americana non abbia accolto con particolare entusiasmo il film, non si può negare che tanto la costruzione del personaggio di Mary Mapes quanto l’interpretazione che ne fa Cate Blanchett siano assolutamente ben riusciti. E tanto basta per dire che Truth, pur nella sua semplicità priva di esasperazioni e sensazionalismi, è un film senza dubbio coinvolgente.
Volendo sospendere, almeno nelle intenzioni, ogni giudizio sulla reale attendibilità dell’inchiesta portata avanti dalla Mapes e dalla sua equipe, Truth non si concentra semplicemente sul valore della verità, della libertà di informazione e dell’etica della notizia, ma è più che altro un film sull’esigenza della persona di mantenere una propria integrità e coerenza sia professionale che umana. Più di tutto infatti la Mary Mapes del film lotta per restare fedele a se stessa e ai suoi ideali in merito alla libertà di informazione anche di fronte ai violenti e spropositati attacchi che riceve dalla stessa stampa per cui lavora.
Mentre però da un lato Mary Mapes è rappresentata in modo abbastanza completo, multiforme e realistico, una professionista seria e impegnata ma anche una madre e una moglie coinvolta e presente e una figlia sofferente, dall’altro il personaggio di Dan Rather, anchorman di successo della CBS, interpretato da un icastico Robert Redford, si delinea piuttosto come il simbolo di un giornalismo importante e autorevole che ha però ormai fatto la sua storia. La figura dello storico giornalista di 60 minutes, secondo lo stesso regista, rappresenta infatti il tema della “caduta del re” in senso puramente shakespeariano, la svolta cioè un po’ tragica di un’epoca e di un modo di fare giornalismo di inchiesta destinato a morire. Dan incarna infatti l’onestà intellettuale che negli ultimi anni si è persa dietro alla pressante spinta di dare informazioni rapide, concise, prive di approfondimento e in gran quantità. E per questo rappresenta bene l’ideale figura di padre che di fatto è per Mary nel film .
Vania Amitrano
Laureata in Lettere, amante dell’arte, dello spettacolo e delle scienze umane, autrice di testi di critica cinematografica e televisiva. Ha insegnato nella scuola pubblica e privata; da anni scrive ed esplora con passione le sconfinate possibilità della comunicazione nel web.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy