La Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge sui reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali. A favore del provvedimento hanno votato 276 onorevoli. Contraria SeL (20 deputati), mentre si sono astenuti 101 rappresentanti del M5S e di Forza Italia.
Ora il disegno di legge tornerà al Senato. La camera alta lo aveva già approvato, ma votando su un testo diverso: il documento è stato modificato per essere approvato alla Camera.
Oltre a introdurre nell’ordinamento due nuove fattispecie di reato – appunto, omicidio stradale colposo e lesioni personali stradali colpose – il testo prevede altre novità significative.
L’omicidio stradale sarà punito con la reclusione da 2 a 7 anni, come l’omicidio colposo, ma la sanzione sale se è commesso sotto effetto di alcool o droghe. Con un tasso alcolemico fra 0,8 e 1,5 grammi per litro la reclusione prevista va da 5 a 10 anni; stesso regime per il guidatore che causa l’incidente mortale per condotte particolarmente pericolose, come eccesso di velocità, guida contromano o infrazioni ai semafori. Se invece il tasso alcolemico supera 1,5 g/l, se ha assunto droghe o se è un professionista della guida – camionista o conducente di autobus – la sanzione va da 8 a 12 anni di carcere. In questo caso, il testo prevede da parte delle forze dell’ordine l’obbligo di arresto in flagranza di reato, una delle proposte avanzate dalle associazioni dei parenti delle vittime della strada su cui si è discusso di più in questi giorni: il testo licenziato dal Senato lo prevedeva obbligatorio in tutti i casi, la revisione alla Camera lo ha reso facoltativo nei meno gravi.
Accolte invece, per lo meno nello spirito, altre due proposte partite dalle associazioni: il raddoppio dei termini di prescrizione e l’“ergastolo della patente”, trasformato nel divieto di conseguire un nuovo permesso di guida per 15 anni in caso di omicidio, 5 in caso di lesioni.
I termini del divieto, però, raddoppiano nel caso in cui il colpevole sia fuggito dopo aver provocato l’incidente, punito anche con l’aumento della pena detentiva da un terzo a due terzi e con l’innalzamento del minimo a tre anni per le lesioni, cinque per l’omicidio.
Pena diminuita fino alla metà, invece, se a causare l’incidente è stata una condotta illecita messa in atto dalla vittima.
Secondo il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini, il provvedimento dovrebbe diventare legge entro dicembre.
La legge “rende giustizia a tutte le famiglie delle vittime della strada”, sostiene la relatrice del DDL, l’onorevole Alessia Morani, e “sostiene il difficile lavoro di quanti operano nella sicurezza stradale”.
Plaudono le associazioni: “Oggi il Parlamento ha sancito che il l’Omicidio sulla strada non è un omicidio di serie C”, affermano i portavoce di ASAPS, secondo cui il testo approvato abroga la “’licenza di uccidere’ senza pagare di fatto alcun conto”: “Dev’essere chiaro che la vettura, se condotta in condizioni di rischio accettato, può essere un’arma anche micidiale”.
È soddisfatto anche Umberto Guidoni, Segretario Generale della Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale:“Abbiamo auspicato per anni l’introduzione di una fattispecie normativa che regolasse l’omicidio stradale e, con l’approvazione odierna della Camera dei Deputati, siamo vicini a questo traguardo”.
F.M.R.
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